Sicilia, il dirigente (solo in ufficio) che si dà gli ordini da solo. La stampa nazionale (il Corriere della Sera) torna a occuparsi di dipendenti regionali

Per quanto il fatto possa risultare incredibile, c’è qualcosa che lascia attoniti ancora più del numero. Già di per sé, come viene sempre ricordato, spaventoso. Sbigottisce che uno dei 1.776 dirigenti della Regione Siciliana, numero paragonabile alla somma di tutti i papaveri di tutte le quindici Regioni a statuto ordinario, diriga soltanto se stesso. Si trova nel paradiso di Pantelleria, ed è l’unico dipendente del Parco archeologico. Dirigente con le mostrine sul petto.

  1. Corriere della Sera – Sicilia, il dirigente (solo in ufficio) che si dà gli ordini da solo
  2. SiciliaInformazioni – A Pantelleria il dirigente che dirige se stesso…”
  3. LiveSicilia – Il dirigente si dà gli ordini

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

3 Risposte a “Sicilia, il dirigente (solo in ufficio) che si dà gli ordini da solo. La stampa nazionale (il Corriere della Sera) torna a occuparsi di dipendenti regionali”

  1. L’analisi di Vito è lucidissima e non è vero che non c’è nulla da aggiungere, invece c’è tanto da aggiungere e soprattutto da parte di tutti coloro che si occupano di politiche sindacali. Non si comprende perche autorevoli organizzazioni sindacali, anche autonome, non si facciano ancora carico di questa problematica riguardante la dirigenza regionale, come se questa parte di personale vantasse una grande capacità contrattuale a fronte di una scarsa rappresentatività sindacale. Aggiungo ancora che la dirigenza si trova quotidianamente nell’insolita posizione di rappresentare nei tavoli sindacali la controparte delle OO.SS. che poi hanno anche il compito di garantire il rispetto dei loro contratti. Non penso che sia normale assistere a delle trattative in cui si parla di flessibilità dell’orario di lavoro e poi constatare che, quando va bene, un dirigente si limita ad effettuare al massimo le 4 ore giornaliere della fascia obbligatoria. Solamente da qualche mese a seguito di una circolare del direttore che collabora con l’Assessore Marino, già citato, ha messo nero su bianco l’obbligo dei suoi dirigenti di timbrare l’ingresso e l’uscita dall’ufficio e di giustificare la non permanenza nelle ore canoniche che dovrebbero garantire le 36 ore settimanali.
    Oggi con la carenza di risorse occorre che le attuali risorse vengano a costituire un fondo comune di tutto il personale affinchè si provveda ad una ripartizione più equa, in base all’attività ed ai compiti espletati, e non in base ad una fantomatica attività manageriale inesistente.
    Ci vuole coraggio, determinazione ed indipendenza dal potere politico che va a braccetto con dirigenti sottomessi e spesso incapaci.

  2. Non c’è nulla da aggiungere alla tua lucidissima analisi.

  3. Live Sicilia ha parlato della questione in un precedente articolo firmato Accursio Sabella in cui si accenna alla “famigerata” legge 10/2000 forse in maniera imprecisa ma comunque utile a richiamare l’attenzione sulle innegabili distorsioni che quella legge ha creato in Sicilia.
    In realtà non è tecnicamente vero che la LR 10/2000 ha trasformato 1800 funzionari direttivi in dirigenti, come erroneamente sostenuto in quell’articolo, diciamo piuttosto che ha conferito senza concorso alla maggior parte dei 1800 dirigenti regionali, che avevano i compiti e gli stipendi che nello Stato hanno i funzionari direttivi, i compiti e gli stipendi che nello Stato hanno i dirigenti. Questa operazione non può definirsi pienamente legittima, tanto è vero che i politici siciliani hanno dovuto inventare la 3^ fascia dirigenziale ad esaurimento, che esiste solo in Sicilia, e probabilmente una simile invenzione di questi tempi sarebbe stata stoppata dal Commissario dello Stato.
    Ovviamente la legge ha creato un immediato aggravio di spesa per stipendi e trattamenti accessori , ma invece di migliorare la macchina amministrativa si è peggiorata la situazione per varie ragioni.
    Il primo immediato peggioramento è avvenuto con la frantumazione della struttura organizzativa regionale per creare centinaia di postazioni dirigenziali fittizie in cui sistemare tutti i 1800 dirigenti , un’esagerazione indifendibile anche appellandosi alle peculiarità delle regioni a statuto speciale che hanno alcuni compiti che nelle regioni ordinarie sono a carico dello stato.
    Questa artificiosa moltiplicazione delle postazioni dirigenziali ha peggiorato il servizio per i cittadini, costretti a confrontarsi con strutture inutilmente complesse, fino ad arrivare alle esagerazioni dei dirigenti di se stessi o di due dirigenti per un dipendente.
    Nel tempo si è assistito anche ad una riduzione delle capacità di azione dell’amministrazione perchè gli ex 8° livello , trasformati in manager dalla legge, non accettano di svolgere il lavoro qualificato che svolgevano prima della trasformazione, ed infatti si assiste alla pubblicazione di numerosi atti d’interpello con cui la Regione Siciliana ricerca le figure professionali attinenti a vari diplomi di laurea tra i funzionari direttivi che sono stati assunti come diplomati , mentre la stessa amministrazione non estende l’atto d’interpello al proprio personale con qualifica di dirigente che possiede le professionalità richiesta ed è stato assunto in forza di quella laurea che oggi l’amministrazione ricerca.
    D’altra parte non essendoci nulla di manageriale da fare per la maggior parte di questi 1800 dirigenti ex LR 10/2000, gli stessi per oltre un decennio sono stati, e sono, sotto utilizzati.
    La legge 10/2000 ha comportato anche un peggioramento della qualità della dirigenza che mentre nelle varie amministrazione dello stato fa carriera per concorso , ossia attraverso una selezione competitiva che migliora la qualità dell’amministrazione, in Sicilia obbedisce a logiche totalmente diverse ( e i risultati si vedono). Con la LR 10/2000 sono stati creati , senza selezione, tutti i dirigenti della Regione Siciliana per i successi 20-30 anni, dirigenti che non hanno sviluppato la propria carriera con concorsi (non l’accesso) ma per relazione con la politica, per cui emergono sempre gli yes-man ,ed anche le yes-woman, e chi ha i santi in paradiso, salvo poi trovarsi nella necessità di ricorrere a professionalità esterne nei posti dirigenziali che richiedono reali capacità professionali e manageriali ( necessità a suo tempo rilevata anche dall’ex Assessore Vecchio).
    Gli effetti negativi della LR 10/2000 sono stati successivamente potenziati da una ulteriore normativa che ha permesso ai dirigenti di 3^ fascia di essere nominati direttori generali o capi area scavalcando i dirigenti di 1^ e 2^ fascia.
    Con questa norma si è ottenuto l’asservimento totale dell’amministrazione alla politica, con la possibilità per la politica di ottenere eterna ed assoluta riconoscenza da parte dei dirigenti di 3^ fascia baciati dalla fortuna, e di dare insegnamento ai rimanenti a cui è fornito un chiaro esempio dell’unico mezzo per fare carriera nella regione siciliana.
    Dopo oltre dieci anni di distanza bisognerebbe fare un bilancio degli effetti derivanti dalla LR 10/2000 per apportare le necessarie correzioni.
    Ne elenco un paio:
    1. mai più atti d’interpello limitati solo ai funzionari direttivi per il reperimento di figure professionali derivanti da diplomi di laurea, ma appello esteso a funzionari direttivi o dirigenti in possesso della professionalità richiesta ( il che peraltro è già avvenuto in atti d’interpello dell’Assessorato Energia e Rifiuti il cui assessore notoriamente ha una certa dimestichezza con le leggi ed il diritto).
    2. Non si parli di retrocessione, ma occorre riflettere sulla necessità di differenziare la 1^ e 2^ fascia della dirigenza rispetto alla 3^ fascia e sulla riapertura di una seria politica di selezione attraverso veri concorsi.

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