Cassazione. Legittimo il licenziamento disciplinare dei dipendenti pubblici che omettano o ritardino la comunicazione della loro assenza per malattia

Roma_2011_08_07_Palazzo_di_GiustiziaLegittimo il licenziamento disciplinare dei dipendenti pubblici che omettano o ritardino la comunicazione della loro assenza per malattia. Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza n. 17355 del 25 agosto 2016. Riformando la sentenza di appello la Suprema corte ha chiarito la portata esatta delle previsioni contenute nell’articolo 55-quater, comma 1, lettera b), del dlgs 165/2001, che commina la sanzione del licenziamento disciplinare nel caso di assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiori a tre nell’arco di un biennio o comunque per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni ovvero mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall’amministrazione.

www.studiocataldi.it – Certificato medico in ritardo? Dipende licenziato anche se la malattia é vera

L’economista Emiliano Brancaccio: «Cresce lo scarto tra annunci e realtà, Renzi perderà consensi sulle riforme»

Riforma costituzione Fonte: http://www.emilianobrancaccio.it/2016/08/13/brancaccio-cresce-lo-scarto-tra-annunci-e-realta-renzi-perdera-consensi-sulle-riforme/

Intervista all’’economista Emiliano Brancaccio secondo cui «Nel declino generale delle previsioni di crescita in Europa, l’Italia è uno dei paesi che fa registrare i risultati peggiori». E «sulle riforme del lavoro Renzi si comporta come lo stregone che crede che la sua danza provochi la pioggia. In realtà, un’analisi comparata tra paesi dimostra che la crescita occupazionale italiana è risultata meno della metà della media europea. L’apologia del Jobs Act è infondata».

Secondo Brancaccio, docente di economia all’Università del Sannio, per determinare su basi scientifiche quali siano stati gli effetti reali del Jobs Act bisogna almeno effettuare un’analisi comparata tra paesi: in questo modo scopriamo che in Italia, dall’entrata in vigore della legge, la crescita occupazionale è risultata meno della metà della media europea.

Per Brancaccio un’alternativa ci sarebbe.
L’ex capo economista dell’Fmi Olivier Blanchard ha suggerito, assieme ad Adam Posen – dice Brancaccio – che per contrastare la deflazione giapponese bisognerebbe aumentare in modo significativo i salari. A date condizioni sarebbe una soluzione valida anche dalle nostre parti. Ma in Europa e in Italia il rilancio dei salari è considerato un’eresia indicibile. Nell’Unione prevale un’idea di competizione tra paesi basata sulla demolizione dei sindacati e sullo schiacciamento delle retribuzioni: una soluzione apparentemente razionale per la singola impresa o per gli interessi capitalistici di una singola nazione, ma che deprime la domanda effettiva e diventa un boomerang micidiale a livello sistemico.

Per Brancaccio, la “narrazione” del presidente del Consiglio Renzi non funziona e il suo sbandierare successi sul versante dell’occupazione può trasformarsi in un boomerang.

REFERENDUM. Giorgio Napolitano nel 2006. “Perché voto No”. “Pericolosi troppi poteri al premier”

Referendum - Napolitano, perchè voto NO
Il Fatto Quotidiano del 31 magio 2015. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato il 31 maggio scorso una parte del l ’intervista che Giorgio Napolitano rilasciò a Myrta Merlino per il programma Economix(andò in onda il 15 aprile 2006 su RaiTre).

Si parlava di Costituzione e dei 60 anni della Repubblica. Napolitano era senatore a vita, di lì a poco voterà la fiducia al governo Prodi e il suo nome era tra i candidati alla presidenza della Repubblica. In quel giugno si tenne il referendum sulla riforma costituzionale di Berlusconi e Bossi, che ha più di una parentela con quella di Renzi, Alfano e Verdini.

Vecchia la nostra Costituzione? Gli americani considerano giovane la loro Costituzione dopo più di 200 anni…(rispondeva allora).

Vale la pena leggere l’intervista.