Sindacando - il Blog di Benedetto Mineo
Blog dei dipendenti della Regione Siciliana
Il 26 agosto u.s è stato trasmesso al Parlamento lo schema di decreto legislativo sulla riforma della dirigenza della Repubblica.
Luigi Oliveri in un articolo pubblicato sul quotidiano ItaliaOggi, ripreso e approfondito anche nel suo blog ha analizzato la riforma dell’accoppiata Renzi-Madia.
Il titolo scelto è eloquente: “I dirigenti squillo, al servizio della politica”.
Secondo Oliveri la riforma sovverte tutti gli ordinari schemi contrattuali e normativi. Il rapporto di lavoro dei dirigenti, infatti, continua ad essere chiamato “a tempo indeterminato ma, in realtà, assume la forma di un contratto “a chiamata” privando i dirigenti di un datore di lavoro ben individuato e stabile.
Lo schema di riforma prevede il licenziamento senza giusta causa. Una precarizzazione che col “merito” ha pochissimo a che vedere
Varato in Cdm il decreto che cambia le regole per i dirigenti pubblici.
Istituiti ruoli unici a cui si accede per concorso e da cui Stato, Regioni, enti locali e authority sceglieranno i propri dirigenti con selezioni pubbliche, per quattro anni rinnovabili una volta in caso di valutazione positiva.
Per chi non ottiene incarichi è invece prospettato un parcheggio, che darà diritto alla sola retribuzione di base (senza quindi il trattamento accessorio, che vale dal 40 al 70% dello stipendio a seconda dei casi) e che può portare addirittura all’uscita dal ruolo se il dirigente in stand by non partecipa a un numero minimo di selezioni oppure rimane senza incarico per sei anni. Per evitare di uscire dalla Pubblica amministrazione, il dirigente potrà però rinunciare alle proprie stelline e farsi inquadrare nel ruolo di funzionario.
Ai dirigenti di prima fascia è stato riservato il 30% dei posti nei bandi emessi con le nuove regole.
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