Dal Consiglio di Stato arriva il via libera alla riforma Madia sul pubblico impiego. Per gli statali resta l’articolo 18

Arriva il parere “favorevole” del Consiglio di Stato alla riforma del pubblico impiego targata Madia, ma il sì è accompagnato da “osservazioni e raccomandazioni”.

Il Consiglio di Stato nel suo parere sottolinea che si supera anche “una annosa querelle” sul diverso trattamento tra Pa e privati per quanto riguarda le tutele dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, in caso di licenziamento illegittimo. Con la riforma del pubblico impiego il Governo “nel consolidare a livello normativo il principio della cosiddetta tutela reale” ha recepito gli ultimi orientamenti giurisprudenziali, escludendo “l’applicazione delle regole del lavoro privato a quello pubblico per quanto attiene alla disciplina del licenziamento”. Per gli statali resta dunque il ‘vecchio articolo 18.

Un “punto fondamentale” del disegno riformatore è indicato nel “superamento della tradizionale determinazione del fabbisogno delle amministrazioni ancorata alla dotazione organica e l’introduzione di un piano del fabbisogno effettivo del personale”.

Il Consiglio di Stato accetta la deroga al concorso pubblico per la stabilizzazione dei precari, vista la situazione eccezionale, ma “raccomanda di puntualizzare e precisare le fattispecie di illeciti che conducono al licenziamento disciplinare e che sembrano maggiormente generiche”. Esprime “rilevanti perplessità” su “l’eliminazione totale di termini perentori” per portare a compimento l’azione disciplinare nella Pa, che come sanzione massima prevede il licenziamento: così facendo si espone “il dipendente al rischio di un esercizio dell’azione disciplinare arbitrario o addirittura ritorsivo”.