Sindacando - il Blog di Benedetto Mineo
Blog dei dipendenti della Regione Siciliana
Comunicato Stampa
Regione, ecco i parlamentari che hanno deciso di saccheggiare il Fondo Pensioni.
Ma il Cobas/Codir darà battaglia in tutte le sedi per ripristinare il rispetto della
Costituzione
Palermo, 28 aprile 2017
Durante il pomeriggio del 28 aprile all’Ars, nell’ambito della legge finanziaria 2017, trentasei
parlamentari hanno dato il via al saccheggio del Fondo Pensioni della Regione (in allegato l’elenco dei parlamentari votanti a favore). E’ stato compiuto un atto politicamente ignobile che tra qualche anno pagheranno tutti i dipendenti regionali ma anche i cittadini siciliani che per fare fronte alle spese correnti del bilancio 2017, volute dal “rivoluzionario” Rosario Crocetta, dovranno pagare contributi di solidarietà (i dipendenti) o mggiori tasse regionali (tutti i cittadini) per fare fronte al pagamento delle pensioni.
Il governo regionale – con questa manovra imposta dal proconsole romano Alessandro Baccei – sta minando gravemente la stabilità finanziaria dell’ente previdenziale, imponendo l’immobilizzazione di quasi il 50% dei fondi dell’Ente in beni immobili, per una consistenza di circa 360 milioni di euro, senza i necessari requisiti di redditività e liquidità previsti dal regolamento del Fondo. Si tratta di immobili difficilmente commerciabili sul mercato e che abbisognano, invece, di almeno 50 milioni di euro di interventi di ristrutturazione e adeguamento (interventi che la Regione non ha mai fatto).
Ma il Cobas/Codir , maggiore sindacato del pubblico impiego regionale, darà battaglia in tutte le sedi giudiziarie per arginare questo gravissimo attentato alla stabilità finanziaria del Fondo Pensioni. Intanto, il sindacato chiederà una stringente verifica dei requisiti posseduti dai componenti del Fondo nominati dal governo regionale per verificare che non vi siano casi di incompatibilità che possano condizionare le scelte e l’autonomia dell’Istituto. Inoltre, attraverso il rappresentante sindacale nel collegio di sorveglianza verrà data battaglia per non procedere al trasferimento dei beni immobili, rivendicando – invece – l’immediato versamento delle risorse finanziarie dovute e trattenute ai lavoratori e che devono essere utilizzate non per le spese correnti del governo Crocetta ma per la obbligatoria costituzione del Fondo Pensioni. Contestualmente, il sindacato solleciterà la Presidenza del Consiglio dei Ministri per verificare la legittimità costituzionale della norma approvata chiedendo di impugnarla.
www.codir.it
Durante il pomeriggio del 28 aprile all’Ars, nell’ambito della legge finanziaria 2017, trentasei parlamentari hanno dato il via al saccheggio del Fondo Pensioni della Regione (in allegato l’elenco dei parlamentari votanti a favore).
Una mega operazione immobiliare da quasi 270 milioni di euro sulle spalle delle pensioni dei regionali, che minacciano scioperi e proteste, con due obiettivi: dare liquidità vera a quel poco che rimane della manovra Finanziaria, disabili compresi, e soprattutto, chiudere con i privati che dieci anni fa, con una discutibilissima operazione per le casse di Palazzo d’Orléans, hanno acquistato alcuni palazzi a prezzi stracciati. Su questo grande piano è scontro fino a notte fonda a Sala d’Ercole, con una maggioranza che in aula latita: «Se cade questo piano salta tutto», ha ribadito l’assessore all’Economia Alessandro Baccei. Tradotto: senza questa manovra immobiliare ci sarebbe un buco nei conti e salterebbe il banco.
In un clima da fine impero l’Ars ha faticosamente provato ad approvare almeno qualche norma della Finanziaria. Inutile avere ridotto il testo da 45 a una decina di articoli: anche ieri, quinto giorno di votazioni, fino alle 22,30 non era stato votato nulla. Anzi, sulla misura principale si era aperto uno scontro che ha tenuto il Parlamento bloccato per sei ore anche ieri: è il piano che prevede il riacquisto da parte della Regione degli immobili che la stessa Regione ha venduto dieci anni fa e che ora appartengono a un fondo di investimenti.
L’articolo riguarda 39 palazzi e ha un costo di 170 milioni (ma c’è anche un mutuo da 100 che l’acquirente dovrebbe accollarsi). Il tutto verrebbe pagato con i soldi accantonati dal Fondo Pensioni.
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