Pensioni, dopo la stretta sulle anticipate calano gli assegni: nei primi tre mesi erogati solo 187.223 trattamenti

Tratto da ilsole24ore.com

Con lo scemare degli effetti di Quota 100 e l’arrivo di Quota 103, ora in versione «penalizzata», nel primo triemestre del 2024 la frenata maggiore si registra nel pubblico impiego (-34,9%). Dopo la stretta dell’ultima manovra crolla l’accesso a Opzione donna.


Anche per lo scemare dell’effetto Quota 100 e per l’arrivo di Quota 103, ora in versione “penalizzata”, rallenta in maniera significativa la corsa al pensionamento, soprattutto nel pubblico impiego. Nei primi tre mesi del 2024 l’Inps ha liquidato 187.223 nuove pensioni, con un calo del 16,16% rispetto allo stesso periodo del 2023. E i trattamenti anticipati sono stati 56.660, pari a circa il 30% del totale. E’ quanto emerge dall’Osservatorio dell’ente sul monitoraggio dei flussi di pensionamento. L’importo medio delle nuove pensioni è di 1.225 euro, con grandi oscillazioni tra le varie categorie: 888 euro medi per gli assegni di vecchiaia e 2.017 euro per quelli anticipati, legati a un numero più alto di contributi. Resta marcato il «gender gap previdenziale». Complessivamente i nuovi trattamenti erogati alle donne valgono in media 999 euro contro i 1.473 euro per gli uomini: il 32% in meno. I dati Inps evidenziano anche che, dopo le ulteriori restrizioni introdotte dall’ultima legge di bilancio, crolla l’accesso a Opzione donna: i pensionamenti sono stati appena 1.276 mentre nell’intero 2023 avevano raggiunto quota 11.514.

Quasi 73mila pensioni di vecchiaia e 56.660 «anticipate»

L’Inps fa sapere che il totale delle pensioni con decorrenza nel 2023 è di 819.236, per un importo medio mensile alla decorrenza di 1.206 euro. Gli assegni liquidati con decorrenza primo trimestre 2024 sono stati 187.223. In particolare, nei primi tre mesi di quest’anno sono stati erogate 72.829 pensioni di vecchiaia, 56.660 anticipate, 8.756 di invalidità e 48.978 ai superstiti.

Nel pubblico impiego oltre la metà dei trattamenti sono anticipati

Il monitoraggio mette in evidenza che le nuove pensioni liquidate con decorrenza tra gennaio e marzo 2024 sono 86.031 per i lavoratori dipendenti del settore privato (importo medio mensile di 1.446 euro) e 57.332 per l’insieme dei lavoratori autonomi, ovvero coltivatori diretti, artigiani e commercianti (867 euro in media al mese). I trattamenti erogati ai dipendenti pubblici sono stati 18.905 per un importo medio di 2.268 euro, grazie soprattutto al peso delle pensioni anticipate che assorbono oltre la metà degli assegni liquidati (10.287 con un importo medio di 2.483 euro). Nello stesso periodo ai lavoratori parasubordinati sono stati destinati 9.752 trattamenti (221euro in media al mese).

Il calo dei pensionamenti con il picco nella Pa

La sola categoria di pensioni in crescita nel primo trimestre è quella degli assegni sociali (24.955 assegni per un importo in media di 497 al mese). La gestione dove si è registrato il calo più consistente negli accessi al pensionamento è quella dei dipendenti pubblici: i trattamenti liquidati sono scesi da 29.059 a 18.905 (-34,94%) con un rallentamento riscontrato per gli assegni di vecchiaia, per quelli anticipati e soprattutto per le invalidità (da 1.192 a 225 pensioni) e i superstiti (da 11.076 a 4.602). Per i 10.287 trattamenti anticipati erogati nel pubblico impiego (in calo del 16,3% sullo stesso periodo del 2023) l’età media di accesso alla pensione sale a 61,8 anni.