Solo la nostra smemoratezza, aggravata dalla preoccupazioni della pandemia e della sue conseguenze, ci ha permesso di superare la vergogna di vedere nuovamente Renato Brunetta a capo del Ministero della Funzione Pubblica per un secondo giro di giostra.
Durante il primo, aveva trovato il modo di apostrofare i polizotti come “panzoni e burocrati”, inabili a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza. Faceva parte della sua personale campagna contro i dipendenti pubblici che avrebbero dovuto “lavorare tutta la giornata”, riferendosi forse alla alta percentuale di donne impiegate pubbliche per le quali, sempre secondo lui, il lavoro era una specie di sussidio mascherato da lavoro part-time. E poi i “furbetti del cartellino” – quelli dei tornelli, delle bollature in mutande – e di tutte le altre categorie di lavativi che quotidianamente individuava, dando corpo e propaganda all’idea che l’eccessiva burocratizzazione e il malfunzionamento della pubblica amministrazione dipendessero in larga parte non già da una dirigenza priva del senso della funzione, ma dai comportamenti riprovevoli di singoli dipendenti…….continua a leggere