Classico esempio di faccia tosta

La Sicilia deve scegliere una classe dirigente di uomini liberi perche’ per troppi anni e’ stata guidata da chi non era nelle condizioni di governare liberamente”. Lo ha detto Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all’Ars, al termine della seduta d’aula durante la quale il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha comunicato le sue dimissioni.
Intanto è scattata la corsa alla successione.

Palermo, non dichiarano redditi ma pagano 5mila euro l’anno per l’ormeggio dello yacht

La cosa buffa che la stampa, a cominciare dal “Sunseri” di turno, non si accanisce contro gli evasori come fa contro i dipendenti regionali.

Tutti i governi nazionali che si sono succeduti hanno guardato in maniera bonaria agli evasori fiscali.

Il dipendente regionale è fannullone e va licenziato senza pietà.

L’evasore fiscale è “sperto”. Per lui, al massimo, un puffetto sulla guancia.

Decreto spending review. Ecco il testo coordinato con le modifiche votate in Senato

Tra le novità inserite nelle ultime ore le norme per la prescrizione medica dei farmaci, che, dopo un concitato tira e molla, hanno visto prevalere la linea obbligatoria per il medico di indicare il principio attivo del farmaco prescritto, con possibilità, però, di accompagnarlo alla dicitura del medicinale di marca consigliato, che avrà parere vincolante per il farmacista.

Altro capitolo di fresche modifiche, è quello sulle tasse universitarie, con aumenti per gli studenti fuori corso, scaglionate a fasce di reddito Isee.

Novità anche per gli iscritti al passo con gli esami, che si vedranno innalzare il contributo in base al tasso di inflazione se dichiaranti un Isee al di sotto dei 40mila euro.

Aggiornato anche il quadro regolatorio delle relazioni sindacali sugli esuberi nel pubblico impiego, mentre sono stati messi in stand-by i tagli di personale ai ministeri dell’Interno, degli Esteri e della Difesa. Leggi l’articolo

Il dimissionario Lombardo promette: la spending review? «La proporremo per via amministrativa»

Per scongiurare la mossa di Mario Monti che, a detta di alcuni, potrebbe inviare un commissario per la mancata approvazione di un piano di spending review che prevedesse un programma di rientro finanziario e di riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale, Lombardo annuncia la la proposizione della spending review in via amministrativa.

Questa è l’ennesima bufala che verrebbe seppellita sotto una montagna di ricorsi.

Il problema, semmai, è un altro.

Come riportato dal quotidiano Milano Finanzada Palazzo Chigi e da Via XX Settembre si fa sapere che le regole  della Spending review valgono per tutti, regioni a statuto speciale comprese. Una volta diventate legge (il governo ha già ottenuto la fiducia al senato sul disegno di legge di conversione) la Sicilia le dovrà attuare lo stesso, anche se non le ha recepite nell’ordinamento regionale. 

Lombardo si è dimesso.

Le dimissioni di Raffaele Lombardo lasciano sul tappeto una serie di questioni che nè il governo, nè il parlamento sono riusciti a risolvere. Dal problema dei trasporti, a quello sulla spending review, passando per i contratti di circa ventimila precari della Regione. Bombe a orolegeria che esploderanno tra le mani di un altro presidente.

L’Assemblea regionale resterà in carica fino alle elezioni anticipate che dovrebbero svolgersi il 28 e il 29 ottobre. Le dimissioni di Lombardo, infatti, non toccheranno i 90 deputati che nei prossimi tre mesi, per le sole indennità, costeranno più di 4 milioni di euro. Saranno senza potere ma restano gli stipendi.

Il governo resterà in carica per l’ordinaria amministrazione e non potrà risolvere i nodi che l’isola si trascina da anni, soprattutto quelli di bilancio.

Prima di dimettersi ha trovato il tempo di nominare all’assessorato Autonomie Locali un fedelissimo del Movimento per le autonomie a Palermo come Nicola Vernuccio che era già stato direttore generale in vari assessorati.

Spending review sicula. Cosa dobbiamo sperare?

Ieri, dopo l’incontro tra  l’Assessore Armao e le OO.SS., sono state stralciate le norme relative al personale. Si tratta  dei commi dal 7 al 18 bis che verranno sostituiti con la versione più soft anche se, come dichiarato dallo stesso Armao, l’impianto rimane.

Dobbiamo augurarci, come si vocifera da più parti, che la riforma venga bocciata dall’ARS per discutere il tutto con il nuovo governo (con il rischio che un ulteriore abbassamento del rating spinga le banche creditrici a chiedere immediatamente la restituzione del prestito) o dobbiamo sperare che venga approvata con le modifiche apportate?

Breve resoconto incontro dell’incontro Armao-sindacati

Si è svolto, oggi, presso l’Assessorato all’Economia, l’incontro tra  l’Assessore Armao e le OO.SS. per affrontare il tema della spending review e le sue ricadute sul personale della Regione Siciliana.

L’Assessore, accogliendo parte delle richieste avanzate dai sindacati autonomi nella riunione del 28 luglio presso la II commissione Bilancio dell’ARS, ha presentato la bozza di un sub-emendamento sostitutivo dei commi dal n. 7 al 18bis del DDL sulla spending review.

Su questo testo, sempre su richiesta degli autonomi, sono state apportate ulteriori modifiche migliorative che dovrebbero evitare la mobilità selvaggia e i licenziamenti.

La riduzione degli organici dovrebbe avvenire rispolverando un vecchio disegno di legge predisposto dallo stesso Armao (quando era assessore alla Funzione Pubblica) con un sistema di penalizzazioni legati alla somma tra età anagrafica e anni di servizio.

Il tutto dovrebbe avvenire attraverso appositi Decreti del Presidente della Regione.

In ogni caso la previsione di riduzione delle dotazioni organiche è stata riportata alle percentuali applicate per lo Stato, del 20% per la dirigenza e del 10% per il comparto.

I sindacati autonomi riescono ad arginare i licenziamenti.

Il risultato ottenuto oggi dalle OO.SS., soprattutto per merito delle sigle autonome, è abbastanza soddisfacente.

NON BISOGNA, TUTTAVIA, COME DICE LO STESSO COMUNICATO, ABBASSARE LA GUARDIA.

Molte sono le incognite che potrebbe riservare l’ARS con i deputati che potrebbero vedere nella bocciatura del DDL emendato l’occasione per una campagna elettorale demagogica sulla pelle dei dipendenti regionali.

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