Il Governo e il PD esultano per i dati sull’occupazione ma si tratta solo di lavoro precario. 2 contratti su 3 sono precari

Repubblica del 1° settembre 2017

Migliora l’occupazione. Non la sua qualità. L’80% dei nuovi contratti, rivela l’Inps, non è a tempo indeterminato. E la quota di occupati a termine sul totale dei dipendenti, dice l’Istat, è in crescita continua dalla fine del 2013, una curva che sale quasi ininterrotta, e ora è sopra al 15%.

I dati Inps poi ci dicono che i contratti a termine nei primi sei mesi – l’80% dei nuovi contratti stipulati – si sono impennati del 27% sul 2016: oltre 2,3 milioni quando nel 2014, l’anno del Jobs Act, erano 1,7 milioni. Volano anche le cessazioni di questi contratti: 1,5 milioni nel semestre (+24%). Un segnale di grande volatilità nel mercato del lavoro italiano: si entra e si esce con rapidità e precarietà. Mentre i nuovi contratti stabili, al netto delle cessazioni, sono appena 32 mila, crollati del 73% sul 2014.

Mi pare che ci siano pochi dubbi su quelli che sono gli effetti del jobs act e dell’abolizione dell’articolo 18.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Il Governo e il PD esultano per i dati sull’occupazione ma si tratta solo di lavoro precario. 2 contratti su 3 sono precari”

  1. Le manovre in discussione parlano di occupazione giovani siono a 29 anni. Chi ha 30 anni è considerasto già vecchio?
    Il Lavoro deve essere garantito a tutti quelli che hanno l’età da lavoro.
    La fornero ha annullato il ricambio generazionale ed oggi si mettono limiti all’eta’.
    Ho una figlia di 31 anni cosa dovra’ fare rinascere nuovamente e mettersi a turno?

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