Il trasferimento della sede di lavoro che risulti gravoso per il dipendente deve essere motivato.

Il trasferimento della sede di lavoro che risulti gravoso per il dipendente deve essere motivato. Altrimenti è illegittimo il licenziamento in seguito al rifiuto del lavoratore di passare a una sede molto distante da quella precedente. È quanto emerge dalla sentenza 21712/2012 della Cassazione depositata lo scorso 4 dicembre.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “Il trasferimento della sede di lavoro che risulti gravoso per il dipendente deve essere motivato.”

  1. Cara Gabriella,
    tu poni un problema abbastanza delicato.
    Ho effettuato una ricerca veloce e non ho trovato alcuna normativa che regolamenti a livello statale la materia.
    Solo qualche amministrazione locale (comune di Pistoia) ha cercato di regolamentare la materia approvando una norma battezzata “anti-nepotismo” (http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/01/news/amore_in_ufficio-8628108/).
    Nei prossimi giorni vedrò di approfondire l’argomento.
    Quanto prima ti contatterò via mail per avere qualche dettaglio in più sulla situazione del tuo ufficio.

  2. grazie Benedetto dei tuoi indottrinamenti…ma che mi sai dire in merito alla parentopoli che esiste negli assessorati regionali e nel palazzo d’orlèans? pare che nei ministeri in quello della pubblica istruzione per es. un genitore insegnante non possa mettere il proprio figlio o figlia nella sua stessa classe…il dirigente scolastico lo assegna ad una latro insegnante…al di là della convenzienza familiare quindi c’è un rispetto per gli altri ed una morale di fondo che viene asseverata…nel palazzo di cui ti dico c’è una situazione di dirigente che ha nello stesso servizio la moglie e che la agevola ponendola in postazioni di favore da un punto di vista remunerativo e di visibilità …pensa un pò…coma anche ci sono dirigenti marito e moglie invece che per correttezza si trovano in due sedi lavorative diverse ma che sottendono ad uno stesso capo…senza dare danno alcuno aglia altri..gente di livello alto sai dal punto di vista civico morale che intellettuale…conme difendersi dal primo caso? a chi rivolgersi considerato che la situazione persiste da anni e che io avrei voluto prendere il posto di quella signora protetta dal marito dirigente???sono per l’armonia per il forte senso civico e per il rispetto di quelle categorie di persone che sono deboli che non hanno chi li protegge nè chi li assicura allo straordinario in più,ecc..ec…ti avevo già chiesto lumi di carattere giuridico…non mi parlare di trasferimenti…ma solo di buon senso e colaborazione…anche familiare che nn didturbi il lavoro la dignità degli altri che nn hanno parenti nè mariti dirigenti!!!!grazie benedetto, saluti a presto.

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