Più che una burocrazia “difensiva” è una politica “difensiva” a non voler rimediare ai problemi della PA. Risposta all’articolo di Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera

Ecco un passaggio dell’articolo tratto dal sito blOgLIVERI di Luigi Oliveri che vi consiglio di leggere integralmente.

Non si comprende che l’attacco alla “burocrazia” presunta “difensiva” proviene da una sicura “politica difensiva”, che produce analisi ed “accuse”, senza minimamente curarsi delle proprie responsabilità.

Il fatto è che la “burocrazia”, se intesa come apparato dei dipendenti pubblici ed apparato delle regole, è vittima, non quanto i cittadini, ma vittima, di decisioni regolatorie adottate da Parlamento e Governo e, comunque, da chi svolge funzioni normative e di indirizzo.

Non c’è propensione all’innovazione. Vero. Lo ha dimostrato la pandemia: per partire davvero con lo smart working è stato necessario chiudere le attività in presenza. Si è scoperto solo allora, anche se era chiaro, che gli organi di governo, non la “burocrazia”, non avevano investito un centesimo in reti, connessioni sicure, applicativi per la gestione delle attività da remoto.


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Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir