Regione, in arrivo altri 400 nuovi dirigenti

Clientelismo & amministrazione

2 marzo 2011 –
Tutti bravi. Tutti belli. Tutti dirigenti. Naturalmente regionali. Anche, se è il caso, rileggendo in modo ‘ermeneutico’ una sentenza della Corte di Cassazione che – maledizione! – dice l’esatto contrario.
Così vanno le cose in Sicilia. E così dovranno sempre andare, ora e per sempre. Una legge, non scritta, che, questo va da sé, vale anche per i circa novanta funzionari direttivi dell’assessorato regionale ai Beni culturali che, neanche a dirlo, chiedono di essere promossi sul campo dirigenti.

Cinque di loro ci sono già riusciti. Il dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Gesualdo Campo, ha già firmato il contratto a qualcuno di loro. Ovviamente di dirigente. E c’è anche chi, tra questi, è già responsabile di un’unità operativa. Mentre gli altri 85 o giù di lì, per ora, attendono ansiosi.
Un’attesa escatologica che dovrebbe culminare in ‘qualcosa’ – ma cosa? – che consenta di superare, magari in curva – come sanno fare solo certi spericolati piloti di Formula Uno – la sentenza della Suprema Corte. Ma andiamo per ordine.
Questa storia, tutta siciliana, comincia nel 2000, quando viene bandito un concorso per dirigenti tecnici, qualifiche medie e basse. I vincitori lavoreranno presso gli uffici dell’assessorato ai Beni culturali.
In tempi tutto sommato celeri vengono selezionati i 90 vincitori per le cosiddette qualifiche dirigenziali (archeologi, storici dell’arte, fisici, chimici, dirigenti di biblioteca). Si tratta di dirigenti tecnici. Questo passaggio è fondamentale: il dirigente tecnico, nell’amministrazione regionale, equivale a quello di funzionario direttivo.
In quegli anni parte pure il concorso per le qualifiche intermedie. Si presentano in 700 mila o giù di lì. E ancora aspettano, se è vero che, dopo sette anni, si attende ancora di conoscere i nomi dei vincitori.
Il concorso per le qualifiche basse, invece, rimane con i bagagli tra le mani: non parte. Annullato senza pietà.
Poco importa, comunque. Perché, alla fine, quella che conta è la ‘polpa’, ovvero le qualifiche direttive. Dove – naturalmente per caso, ci mancherebbe! – ritroviamo parenti di gente facoltosa, di politici di rango e anche di qualche alto magistrato.
Insomma, gente importante che – sembra incredibile! – dopo sette lunghissimi anni non è ancora diventata dirigente. E dire che la Regione siciliana, questo bisogna riconoscerlo, non si è mai fatta mancare dirigenti. Le cronache ricordano gli ‘strepitosi’ mesi in cui alla presidenza della Regione c’era il diessino, Angelo Capodicasa. Quando in una notte – l’indimenticabile notte in cui l’Ars approvò la legge regionale numero 10 del 2000 – come in una favola a lieto fine, 2100 funzionari direttivi vennero trasformati in dirigenti di terza fascia.
Già, la terza fascia. Esempio unico in Italia. Pensate: nel 2000 c’erano i dirigenti di prima fascia che erano i direttori regionali (che allora erano ancora figure di grande valenza culturale e amministrativa: avevano alle spalle una solida preparazione tecnico-giuridica e non meno di venticinque-trent’anni di esperienza: una bella differenza con i dirigenti generali di oggi, che in alcuni casi non si capisce da dove arrivano e, per giunta, non sembrano particolarmente innamorati del diritto amministrativo).
Poi c’erano i dirigenti di seconda fascia, alias i veri dirigenti regionali. Che erano circa 400. A questi il governo regionale dell’epoca, in un solo colpo, ‘addizionò’ altri 2 mila e 100 dirigenti di terza fascia. Che erano dirigenti in attesa di dirigere qualcosa: a conti fatti, una sorta di cavalieri che stavano “in sella senza cavallo”.
Pensate: senza la ‘genialata’ del governo Capodicasa oggi la Regione siciliana avrebbe poco più di cento dirigenti: tanti ne sono rimasti dei 400 dirigenti della seconda fascia. Invece, grazie alla mitica terza fascia, siamo la Regione con più dirigenti d’Italia. Autonomi anche in questo (o forse solo in questo: punti di vista).
Con questa storia alle spalle la Regione si deve confondere giusto giusto con i 90 funzionari direttivi dei Beni culturali? Giammai! Così, ecco piovere i ricorsi verso i Tribunali ordinari. Per chiedere il ‘giusto’ riconoscimento di una meritata promozione. E la Regione che fa? In certi casi si oppone, in altri caso no. O almeno così sembra. In cinque – come accennato all’inizio – vincono in primo grado. La Regione non si appella. Promossi.
E poiché si è creato il ‘caso’, si sa, legge alla mano, lo stesso ‘caso’ si applica a tutti gli altri ‘casi’. Cioè agli altri ottantacinque. Una cosa fatta, sembrava.
Invece… Invece il diavolo ci va a mettere la coda. Succede che, sulla vicenda, come fu e come non fu, si va a pronunciare la Cassazione. E che va a sentenziare la Suprema Corte? Che quei funzionari direttivi devono restare funzionari direttivi.
Scandalo! Incredulità! Dolore! Che fare? I cinque già promossi dirigenti ritorneranno indietro? Giammai! Al contrario, bisogna trovare il modo di far diventare comunque dirigenti gli altri 85. Come?
Ma sì, l’avete capito. Con una legge – naturalmente dell’Ars – che “interpreti autenticamente” la legge 10. Una ‘rilettura’ per aggirare la sentenza della Cassazione. O meglio, una legge regionale per bypassare il pronunciamento della Suprema Corte. Non serve forse a questo l’autonomia (con la a minuscola, però)?
Chissà cosa pensa di tutta questa incredibile storia l’attuale assessore regionale alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici, che nella vita fa il magistrato…
Ah, dimenticavamo: per ora i funzionari direttivi da promuovere ‘autenticamente’ sul campo dirigenti sono 85. Ma appena l’operazione a Sala d’Ercole sarà conclusa ne arriveranno altri 310. Cioè? Semplice. Nel bel concorso che nel 2000 ha intruppato 90 funzionari direttivi ne sono già stati selezionati altri 310. Altri 310 funzionari direttivi che dovranno diventare ‘autenticamente’ dirigenti regionali.
Morale: con la prossima interpretazione ‘autentica’ della legge 10 la Regione avrà altri 400 dirigenti. E meno male che gli attuali 2 mila e 200 dirigenti erano assai!

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir