Gli 80€ di Renzi come l’abolizione dell’Ici di Berlusconi? La manovra sarà coperta con tagli agli enti locali, Regioni comprese. Aumenteranno nuovamente le addizionali?

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Sembra ormai certo. La manovra Renzi, quella che darà 80 euro al mese in busta paga a chi ha uno stipendio medio-basso, sarà in parte coperta chiedendo ulteriori sacrifici agli enti locali, comprese le Regioni, che complessivamente subiranno un taglio di 700 milioni di euro.

Per la Sicilia significa che nel bilancio 2014 mancheranno all’ appello altri 70 milioni.

A rischio, per fare qualche esempio, sono le coperture per i trasferimenti ai Comuni, il ricovero dei minori, i teatri, i precari degli enti locali, le buonuscite dei regionali e l’ Ast. La Sicilia così rischia di diventare una bomba sociale pronta a esplodere.

Bonus di 80 €. Ovvero il gioco delle 3 carte. Rischia di uscire dalla finestra ciò che entra dalla porta

Dallo Stato meno trasferimenti alle regioni, Sicilia compresa, che saranno costrette ad aumentare le addizionali.

Il testo ufficiale ancora non c’è ma alla Regione è già scattato l’allarme per un possibile taglio di risorse che potrebbe arrivare dalla manovra Renzi.

Arriva il decreto Irpef: 80 euro in busta paga da maggio

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Scarica la tabella con i bonus per fasce di reddito – Fonte: www.liberoquotidiano.it

Il testo del decreto legge «Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale – Per un’Italia coraggiosa e semplice» sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale a inizio settimana e questo “consentirà di erogare i famosi 80 euro fin dal mese di maggio.

«Smentiamo i gufi che hanno più volte auspicato che non ci fossero le coperture». Così il premier Matteo Renzi a palazzo Chigi al termine del Cdm che ha varato il decreto per il taglio del cuneo fiscale sui redditi più bassi. Renzi ha annunciato che i famosi «80 euro» in busta paga «saranno erogati da maggio». E riguarderanno «10 milioni di italiani, da 8mila euro a 26mila di reddito annuo, con un piccolo decalage da 24 a 26mila euro». Una misura definita «non una tantum, ma strutturale.

Tetto insormontabile di 240 mila euro dirigenti Pa.

Taglio Irpef, ecco chi non vedrà gli 80 euro in busta paga

Taglio Irpef, ecco chi non vedrà gli 80 euro in busta pagaSecondo il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta 80 euro di detrazioni fiscali in busta paga valgono come un contratto rinnovato.

Ma far passare gli 80 euro in busta paga come uno scambio per la rinuncia al rinnovo dei contratti è inaccettabile perché gli 80 euro non andranno a tutti i dipendenti pubblici.

Inoltre per gli 80 euro in più al mese che arriveranno da maggio con le detrazioni fiscali ai dipendenti pubblici con redditi sotto i 25 mila euro non si tiene conto del reddito familiare:

  • 2 coniugi, ciascuno con un reddito inferiore a 25mila euro, prenderanno 80 euro ciascuno.
  • un monoreddito con un reddito appena al di sopra di 25mila euro non beccherà neppure un centesimo.

Il meccanismo messo in piedi dal governo Renzi rischia infatti di escludere, paradossalmente, proprio i papà di famiglia con due pargoli e moglie a carico.

 

In attesa del taglio dell’irpef promesso da Renzi, ecco le nuove detrazioni per lavoro dipendente

In attesa del taglio dell’irpef che dovrebbe portare i famosi 80 euro nelle tasche di chi guadagna meno di 1.500 euro al mese (aumento che comunque è già stato o sarà presto cannibalizzato dall’aumento delle addizionali comunali e regionali), ecco le nuove detrazioni per lavoro dipendente 2014 dopo le modifiche apportate della legge di Stabilità.

Le detrazioni fiscali per lavoro dipendente previste dal Testo unico delle imposte sui redditi consentono ai lavoratori di ridurre la pressione fiscale sul loro reddito semplicemente con lo status di lavoratore dipendente. La legge di Stabilità 2014 ha apportato delle modifiche all’art. 13 del TUIR introducendo un nuovo sistema di calcolo a partire dal 1° gennaio 2014.

Ecco, a titolo esemplificativo, il calcolo delle detrazioni fiscali con un reddito di lavoro dipendente di 25.000 euro.

Nel caso di un reddito di 25.000 euro, la formulazione fino al 2013 cambia. Si applicava la seguente: 1.338 euro, se il reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 55.000 euro. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 40.000 euro. Mentre dal 2014, con un reddito di 25.000 euro resta confermata la formulazione dell’esempio di 12.000 euro quindi 978 euro, aumentata del prodotto tra 902 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 20.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 8.000 euro ma non a 28.000 euro.

Procedendo ai calcoli, fino al 2013, con un reddito di 25.000 euro la detrazione spettante era quindi di 1.003,50 euro, cifra ottenuta moltiplicando € 1.338 per 0,75 risultato del rapporto € 55.000 – € 25.000 / € 40.000. A questa cifra vanno aggiunte le detrazioni del comma 2 poi abrogato dalla legge di Stabilità 2014, che prevedeva un aumento di 20 euro se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 24.000 euro ma non a 25.000 euro. Detrazione totale 2013: € 1.023,50.

Applicando la nuova formulazione a partire dal 2014 il calcolo su un reddito di 25.000 euro è pari alla cifra di 978 euro aumentata della cifra di 108,24 euro, risultato della moltiplicazione di 902 euro per 0,12 che è il risultato del rapporto € 28.000 – € 25.000 / € 20.000. Detrazione totale 2014: € 1.086,24.