Un milione di famiglie vive senza uno stipendio

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Secondo l’Istat che in Italia le famiglie senza reddito da lavoro, dove si cerca almeno un impiego per uno dei componenti ma nessuno di quelli che ci provano ce la fa, salgono ancora e nel 2013 arrivano a oltrepassare la soglia del milione. Un milione di famiglie che possono contare solo sulla pubblica assistenza o su redditi extra-lavoro.

La società italiana sta pagando la crisi economica con una pericolosa lacerazione del suo tessuto sociale e non potrà continuare troppo a lungo così.

Mafia e criminalità. Ecco perché le aziende chiudono e non investono. Ma agli italiani raccontano la favola della burocrazia e del costo del lavoro

La Repubblica pa 17.04.2014
La Repubblica pa 17.04.2014 – Per visualizzare l’articolo cliccaci sopra

Il negozio Guess di Palermo chiude per eccesso di rapine.

In un anno subiti 12 colpi.

Una raffica di assalti quella che l’attività commerciale ha subito negli ultimi mesi, e il titolare ha deciso di chiudere. A parlare chiaro è un biglietto affisso sulla porta d’ingresso. “Chiuso per eccesso di rapine”, dice.

LiveSicilia – Guess, in un anno subiti 12 colpi “Chiuso per eccesso di rapine”

Chiuso per eccesso di rapine

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Per colpa della mafia a Palermo persi 46 mila posti di lavoro ma per Renzi la priorità è la burocrazia e l’abolizione del Senato

StipendiSe l’economia a Palermo negli ultimi quattro anni ha perso il 13 per cento di ricchezza e nel 2013 il valore aggiunto prodotto dalle imprese è in calo del 2,1 per cento, è anche colpa della mafia e della criminalità organizzata. E il giro d’affari che rallenta la ripresa vale circa il 10 per cento del Pil provinciale. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Economico della Camera di Commercio di Palermo e dell’Istituto Tagliacarne.

La deflazione preoccupa finanzieri, bancari e confindustriali

E’ stupefacente come dopo anni di massacri sociali di ogni genere sempre presentati come necessari e “moderni”, gli ambienti finanziari, bancari e confindustriali si preoccupino del pericolo di deflazione, ossia della diminuzione generale dei prezzi dovuta al calo della domanda.  L’allarme viene lanciato ormai da settimane, se non da mesi, perché ovviamente la situazione rischia di mettere in crisi i ricavi delle aziende, le quotazioni azionarie, gli asset bancari, e – in prospettiva- anche il debito aggregato visto che il calo dei prezzi (da settembre si calcola un ritmo del 6,5% in Grecia, del 5,6 in Italia, del 4,7 in Spagna, del 4 in Portogallo, del 3 in Slovenia e quasi del 2 in Olanda), riduce il pil e rende di fatto inutili i sacrifici dal punto di vista del debito pubblico e rimette in pericolo l’euro.

Licenziare 750mila statali o uscire dall’euro. Ecco la ricetta di Luttwak per uscire dalla crisi

Luttwak_ non c’è alternativa al licenziamento dei dipendenti pubblici«La via d’uscita per rispondere a una disoccupazione giovanile a livelli tragici è licenziare i dipendenti pubblici che svolgono mansioni improduttive e tagliare le tasse.

Se i sindacati vogliono bloccare l’unica via di salvezza per la Repubblica Italiana, lo Stato ha il dovere di combatterli». Parole di Edward Luttwak, economista, politologo e scrittore americano.

Occorre licenziare un grande numero di dipendenti pubblici, tagliare immediatamente le tasse e sostenere i consumi. In questo modo gli ex lavoratori nell’amministrazione che prima erano improduttivi possono essere «riciclati» in occupazioni produttive. Nei bar e nei ristoranti molte mansioni sono svolte da extracomunitari, ma gli italiani in questi ruoli sarebbero ancora più adeguati se non si rifiutassero di accettare queste offerte. Una volta espulsi dal settore pubblico improduttivo non potranno più rifiutare e si metteranno a lavorare. Il lavoro è in se stesso una virtù, mentre fare finta di lavorare, come avviene in tanti uffici pubblici, rappresenta un vizio.

L’alternativa è l’uscita dall’euro.

Secondo Luttwak Uscire dall’euro non vuol dire affatto uscire dall’Europa. Basta vedere la Svezia: è in Europa ma non è nell’euro.

A questo punto per rilanciarsi l’Italia deve alleggerire la pressione fiscale svalutando il debito decidendo a quanto effettuare il passaggio dall’euro alla lira.

L’articolo riportato nel link in basso è composto di 3 pagine. Quando arrivate in fondo alla pagina cliccate su PAG. SUCC….

Secondo Draghi la recessione è finita…..Mah….!!!!

PoveroLa recessione è finita, ma la ripresa nell’Eurozona resta lenta: a frenarla è l’elevato tasso di disoccupazione. Lo scrive il presidente della Bce Mario Draghi nel rapporto annuale dell’Eurotower.

Io, personalmente, continuo a essere scettico oltre che (MOLTO) euroscettico.

Infatti i dati reali dicono altro.

Crisi. A Napoli dopo il caffè arriva il «pane sospeso»

PoveroC’era una volta il caffè sospeso, espressione celeberrima di quella sorta di welfare spontaneistico che a Napoli vige dalla notte dei tempi: chi ai piedi del Vesuvio è particolarmente felice, rende grazie alla sorte entrando in un bar e pagando due espressi, il primo per sé e il secondo per chi verrà dopo di lui e non avrà risorse sufficienti per prendersi la propria corroborante «tazzulella».

Altro che ripresa…!! A Palermo chiude il bar Mazzara e Randazzo licenzia 40 lavoratori

StipendiChiude un altro marchio storico di Palermo.

L’Antica pasticceria Mazzara di Palermo in via Generale Magliocco 19 chiude e licenzia 32 dipendenti.

Randazzo, invece, ha comunicato il licenziamento di 40 unità di personale, di cui 20 amministrativi e 20 addetti alle vendite.

Che dire?

A dispetto di tutti quei cittadini detrattori dei dipendenti regionali (perché aizzati sapientemente da certa stampa), è evidente che l’economia della Sicilia era trainata dai dipendenti regionali. Il taglio di stipendi e straordinari ha assestato un duro colpo a tutta l’economia.

Si compra solo il necessario.

Ci si mette il cappotto o la giacca ancora buona degli anni precedenti, il caffè si prepara in ufficio con la moka e per il rientro ci si porta il panino da casa.

Aumento di addizionali irpef, raddoppio tarsu. Continuano a togliere soldi ai lavoratori e si stupiscono che i consumi non ripartono

StipendiIl commercio ancora fermo, variazione nulla rispetto al dicembre 2013. Tra i vari settori si registra un lieve incremento per la grande distribuzione, mentre crollano i piccoli negozi. La crisi morde: continua la crescita dei discount, frenano gli acquisti di alimentari.