La deflazione preoccupa finanzieri, bancari e confindustriali

E’ stupefacente come dopo anni di massacri sociali di ogni genere sempre presentati come necessari e “moderni”, gli ambienti finanziari, bancari e confindustriali si preoccupino del pericolo di deflazione, ossia della diminuzione generale dei prezzi dovuta al calo della domanda.  L’allarme viene lanciato ormai da settimane, se non da mesi, perché ovviamente la situazione rischia di mettere in crisi i ricavi delle aziende, le quotazioni azionarie, gli asset bancari, e – in prospettiva- anche il debito aggregato visto che il calo dei prezzi (da settembre si calcola un ritmo del 6,5% in Grecia, del 5,6 in Italia, del 4,7 in Spagna, del 4 in Portogallo, del 3 in Slovenia e quasi del 2 in Olanda), riduce il pil e rende di fatto inutili i sacrifici dal punto di vista del debito pubblico e rimette in pericolo l’euro.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir