Il governo sta studiando come far diventare legge il riscatto gratuito della laurea ai fini pensionistici. La proposta, che sembra un’idea grillina, è in realtà nata tra i Giovani democratici (l’organizzazione giovanile del Pd), si è diffusa sui social network con l’hashtag #Riscattalaurea ed è poi stata raccolta dal sottosegretario all’Economia dem Pier Paolo Baretta. Il riscatto della laurea permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi, attraverso il versamento volontario dei contributi da parte del lavoratore per un numero di anni pari agli anni del corso di laurea frequentato (eccetto i periodi fuori corso). Questo istituto consente quindi a chi è laureato di conteggiare ai fini previdenziali gli anni dell’università come se avesse lavorato e versati i rispettivi contributi, e di conseguenza permette da un lato di andare in pensione in anticipo e dall’altro di ricevere un assegno più generoso.
Come si può facilmente comprendere, e come ben sa chiunque abbia provato a riscattare gli anni universitari, si tratta di una misura costosa: in base al reddito (e di conseguenza ai contributi corrispettivi) dai 30 mila ai 60 mila euro. Secondo la proposta allo studio del governo questa somma dovrebbe essere a carico dello stato per agevolare i giovani che hanno, rispetto ai propri genitori, una vita lavorativa più lunga e discontinua e pensioni più basse: “Siccome studiare e laurearsi è prezioso anche per la nostra economia – ha dichiarato Baretta – è giusto che lo stato investa sul futuro dei giovani e si assuma l’onere dei contributi figurativi degli anni di studio”. Ma questa misura aiuta i giovani? Serve a investire sul futuro? Ed è una misura equa?
In effetti questo è un grande problema, riscatto gratuito della laurea, viene da ridere, anche questo è un gioco regionale
Purtroppo, sarà limitata solo a chi è nato dopo il 1980….