Standard & Poor’s declassa l’Italia a “BBB-“. Si tratta dell’ultimo livello prima di quello “spazzatura”. Ma per Renzi non è bocciatura

Un’altra bocciatura per l’economia italiana arriva oggi da Standard & Poor’s: l’agenzia di rating statunitense ha abbassato il giudizio sul nostro paese da BBB a BBB-. Si tratta dell’ultimo livello prima di quello “spazzatura”.

Un declassamento – spiega la nota di S&P – dovuto ad “un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e bassa competitività, non compatibile con un rating BBB, secondo i nostri criteri”.

Standard & Poor’s spiega come il forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e da una bassa competitività non è compatibile con un rating BBB”.

«Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act», si spiega nel rapporto di S&P, in cui però si esprime un certo scetticismo: «Non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine’’. E i «decreti attuativi» della riforma – si aggiunge – potrebbero «essere ammorbiditi», e ciò «potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente».

Precari Enti Locali. Di proroga in proroga, di deroga in deroga

Il recente emendamento approvato alla Camera non “sana” la situazione dei dipendenti a tempo determinato di quegli enti in dissesto o pre-dissesto finanziario. Se al Senato non si trova una soluzione anche per loro, rischiano di trovarsi, dal 31 dicembre, senza lavoro.

In particolare, circa 1.800 di questi precari, stando così le cose, non sono “coperti” dall’emendamento Capodicasa. Si tratta di tutti quei lavoratori che fanno parte dell’organico di enti locali che hanno già inoltrato al dipartimento regionale delle Autonomie locali, la domanda di “dissesto” o di riequilbrio, cioè di pre-dissesto.

E proprio per questo motivo, si sta pensando a una soluzione da mettere nero su bianco a Palazzo Madama.

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La denuncia del codacons. Perché non “ruotano” i dirigenti della segreteria generale della presidenza della regione siciliana?

“Il CODACONS  sta effettuando un monitoraggio per verificare se alla Regione Siciliana e in tutti gli Enti locali sia stata integralmente attuata la normativa anticorruzione (Legge 190 del 2012 e Decreto Legislativo 33 del 2013). Dal monitoraggio effettutato solo pochi rami dell’amministrazione regionale siciliana hanno proceduto, in attuazione di quanto disposto dal Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione, ad effettuare la rotazione dei dirigenti che da oltre cinque anni ricoprono lo stesso incarico.