Finanziaria. Ultima versione del DDL sul personale. Cambia ancora il sistema di calcolo della pensione

Calcolo pensioneLultima versione del DDL sul personale inserito nella finanziaria regionale aggiornata al 19 febbraio 2015 (la bozza consegnata ai sindacati nell’incontro di giovedì 19 febbraio), contiene poche modifiche rispetto alla precedente versione del DDL del 17 febbraio 2015.

L’unico cambiamento sostanziale riguarda l’ennesima modifica del sistema di calcolo della pensione, ovviamente, a mio avviso, in peggio.

L’art. 2 comma 30 della versione precedente stabiliva, infatti, che (…..) il trattamento pensionistico calcolato ai sensi del precedente comma 28 (in sostanza il trattamento pensionistico calcolato con il sistema statale) è incrementato del 20%.

Per fare un esempio, se la pensione di un dipendente con il calcolo regionale ammonta, ad es. di € 40.000,00 mentre con il calcolo statale ammonta € 32.000,00, quest’ultimo importo veniva incrementato del 20%, per un totale € 38.400,00 (1.600 euro annui in meno rispetto alla pensione regionale).

Nella versione attuale, quella consegnata ai sindacati nell’incontro di giovedì scorso, è previsto, invece, che (…..) il trattamento pensionistico di cui al precedente comma 28 (in sostanza il trattamento pensionistico calcolato con il sistema statale) è incrementato del 30% dell’importo risultante dalla differenza tra il trattamento calcolato secondo la legge regionale 23 febbraio 1962 n, 2 e quello determinato ai sensi del comma 28.

Per fare lo stesso esempio, se la pensione di un dipendente con il calcolo regionale ammonta a € 40.000,00 mentre con il calcolo statale ammonta a € 32.000,00, la differenza è € 8.000. Il 30% di 8.000 è € 2.400 che andrebbero sommati ai 32.000,00 €. In questo caso la pensione spettante sarebbe € 34.400,00 (5.600 euro in meno annui rispetto alla pensione regionale).

Differenze tra sistema retributivo e sistema contributivo pro rata nello Stato e nella Regione Siciliana

PensioneA cura di Giorgio Talluto

Nello Stato le varie riforme intervenute sul metodo di calcolo della pensione non hanno mai intaccato i diritti acquisti dai lavoratori.

Nello specifico:

  1. La legge 335 del 1995 (cd. riforma Dini), oltre a introdurre il cosiddetto “metodo contributivo”, ha fissato il computo della pensione in base ai contributi effettivamente versati e non in base alle retribuzioni percepite (metodo retributivo). Il metodo contributivo è già applicato a chi nel 1995 aveva meno di 18 anni di contributi. Con la cd. Dini, pertanto, che il sistema di calcolo da utilizzare si differenzia a seconda dell’anzianità maturata alla data del 31 dicembre 1995: 

– nei confronti dei lavoratori che possono contare su almeno 18 anni di contributi (compresi i contributi figurativi, da riscatto e ricongiunzione), si applica il criterio retributivo;

– nei confronti di coloro che vantano meno di 18 anni si applicano entrambi, e cioè il retributivo per l’anzianità maturata sino al 31 dicembre 1995, e il contributivo per i periodi di attività successivi al 1° gennaio 1996;

– per i lavoratori assunti per la prima volta dopo il 1° gennaio 1996, cioè che a quella data non avevano accreditata nessuna contribuzione utile in alcun Fondo previdenziale, la pensione viene calcolata completamente con le regole del sistema contributivo.

  1. Con il Dl 201/2011 (cd. Riforma Fornero)  il sistema di calcolo contributivo è stato esteso, nel sistema pubblico (cioè tutte le prestazioni erogate dall’Inps), anche nei confronti di coloro che avevano al 31 Dicembre 1995 almeno 18 anni di contributi e che pertanto, sino alla Riforma del 2011, avevano il trattamento pensionistico ancora calcolato con il sistema retributivo. E’ stato garantito, in favore di tali soggetti, che il sistema contributivo si applicasse solo pro rata, cioè solo per le anzianità contributive maturate successivamente al 31.12.2011 con piena salvaguardia del sistema di calcolo precedente. Questi soggetti pertanto avranno l’importo della pensione calcolato con due sistemi, retributivo sino al 31.12.2011 e contributivo per il periodo successivo. Come detto prima il meccanismo pro rata è stato in realtà introdotto con la Riforma del 1995 che ha salvaguardato, garantendo il sistema di calcolo retributivo sino al 31.12.1995, nei confronti dei lavoratori che a tale data non avevano ancora raggiunto i 18 anni di contributi. Per effetto della Riforma del 2011 il sistema di calcolo retributivo, piu’ generoso nell’importo della pensione rispetto al sistema contributivo, è stato abolito per tutti i lavoratori a partire dal 1° Gennaio 2012 anche se continua ad essere applicato per determinare una parte dell’importo della pensione per talune categorie di lavoratori “meno giovani”.

Nello specifico il metodo retributivo si applica pro quota:

 1) ai contributi di anzianità maturati fino al 31/12/2011 per chi al 31.12.1995 poteva far valere almeno 18 anni di anzianità contributiva;

 2) ai contributi di anzianità maturati sino al 31.12.1995 per chi a tale data non poteva far valere almeno 18 anni di anzianità.

LA REGIONE SICILIANA GIA’ CON LA L.R. 21 DEL 22/12/2003 HA INTRODOTTO IL SISTEMA MISTO RETRIBUTIVO-CONTRIBUTIVO  PRO RATA A PARTIRE DAL 1/1/2004 SALVAGUARDANDO I DIRITTI ACQUISITI  DAI DIPENDENTI DESTINATARI  DELLE DISPOSIZIONI DI CUI AI COMMI 2 E 3 DELL’ART. 10 DELLA L.R. 9/5/1986 N. 21 MANTENENDO PER LORO FINO AL 31/12/2003 IL CALCOLO DELLA PENSIONE CON IL TRATTAMENTO CALCOLATO SECONDO LA L.R. 23/02/1962 N. 2.

L’ART. 2 COMMA 27 DELLA BOZZA DI LEGGE DI RIFORMA REGIONALE ANDREBBE A MODIFICARE ULTERIORMENTE IL SISTEMA DI CALCOLO DELLA PENSIONE PREVISTO DALLA L.R. 21/2003  MODIFICANDO I DIRITTI ACQUISITI A QUELLA DATA, PROCEDURA CHE NON E’ MAI STATA ADOTTATA DALLO STATO CON LE VARIE RIFORME INTERVENUTE,  SIA QUELLA DEL 1995 CHE QUELLA DEL 2011 CON LE QUALI, COME GIA’ SOPRA SPECIFICATO, NON SONO MAI STATI MODIFICATI I DIRITTI ACQUISITI.

TALE RAGIONAMENTO PUO’ TRANQUILLAMENTE ESSERE UTILIZZATO A SUPPORTO DI EVENTUALE IMPUGNATIVA DELLA LEGGE DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE.

I dipendenti regionali vilipesi, sottopagati e soppiantati dall’assistenza tecnica

Avviso pubblico assistenza tecnica FormezOrmai è un ciclo continuo. Non passa settimana che non venga sfornata una convenzione con qualche società che fornisce servizi di consulenza e assistenza tecnica.

E poco cambia che prima si trattava di società esterne (Ernst & Young, Sercamm, Nomisma) e ora, a seguito della nota del Presidente della Regione prot. n. 11768 del 18 luglio 2013 che ha disposto di procedere, alla scadenza dei contratti in essere, all’affidamento del servizio di assistenza tecnica a società in house (Sviluppo Italia Sicilia e Formez) si tratta, appunto, di società in house.

La tecnica è semplice. Vengono pubblicati atti di interpello a cui nessuno può rispondere (in quello del dipartimento programmazione il personale interessato aveva “ben” 5 (cinque) giorni di tempo per presentare l’istanza) dopo di che, considerato che nessuno ha risposto all’interpello, si chiede alle società in convenzione di fornire l’assistenza tecnica.

Ora, facciamo due conti.

Il costo della convenzione con il Formez è pari a 2.750.000,00 euro.

Volendo considerare che tutti e 46 esperti facciano il numero massimo di giorni stabiliti (16 giorni x 8 mesi) il costo complessivo dei compensi sarebbe di € 1.312.000,00. Al Formez resterebbero, se non ho commesso errori, € 1.438.000,00. 

Per i fondi Ue si cercano cinquantuno (il bando parla in realtà di 46) esperti: corsa contro il tempo alla Regione

Prima pagina GdS - EspertiNei propri ranghi, la Regione da quasi 20 mila dipendenti, non ha trovato nessuno in grado di lavorare ai progetti e alla rendicontazione dei fondi europei. E neppure nella galassia delle partecipate sono state trovate quelle 50 persone che dovranno lavorare al piano di salvataggio di circa 2 miliardi che ancora restano nei cassetti.

E così ecco un bando che cerca all’esterno esperti da pagare anche 280 euro al giorno. Il piano è quello messo a punto nei mesi scorsi con il sottosegretario Graziano Delrio.

46 esperti

Renzi invita gli italiani a stare sereni. In Libia “Siamo in grado di intervenire in ogni momento”

Matteo Renzi photoRenzi è ottimista e con sicurezza dichiara che l’Italia è in grado di intervenire e non c’è nulla per cui preoccuparci. “Il nostro paese ha un servizio di intelligence che non è come la Cia, ma in Libia siamo i numeri uno”.

Crocetta Baccei. Storia di un matrimonio di interesse

Il governatore approfitta dell’assenza dell’assessore all’Economia per impugnare la manovra di Renzi. Sugli interventi nei confronti dei dipendenti pubblici si mostra più disponibile rispetto al “commissario” mandato da Roma. Storia di un “matrimonio di interesse” e di un amore mai sbocciato.

Un errore impugnare la finanziaria di Renzi? Ma Faraone da che parte sta?

Rosario Crocetta2012La decisione del Governo siciliano di Rosario Crocetta “di presentare ricorso alla Legge di stabilità nazionale, mentre c’è un tavolo in piedi per discutere, non è corretta né pratica. E non è neppure utile che si faccia un’azione di contrasto di questo tipo”. Lo ha detto il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, intervenendo alla direzione regionale del Pd, in corso a Palermo. “Non lo ha fatto nessun’altra regione. Il Governo nazionale potrebbe rispondere: ‘Aspettiamo che si pronunci chi si deve pronunciare sui ricorsi presentati dalla Sicilia’. Credo ce questa risposta non ci sarà e il tavolo continuerà a operare, ma bisogna fermare questo atteggiamento schizofrenico”. Per l’esponente del governo Renzi, è giusto “difendere la nostra autonomia, pero’ non ci si puo’ sedere a un tavolo per costruire insieme un percorso di rilancio dell’Isola e al contempo svolgere azioni di scontro con i tuoi interlocutori”.

La replica di Crocetta

“Nella rappresentazione errata di qualche osservatore, l’impugnativa della Regione di parte della Finanziaria, sarebbe un attacco al governo nazionale, quando tale impugnativa viene fatta da tutte regioni italiane in gran parte governate dal Pd e naturalmente nessuno solleva questioni. I fatti parlano chiaro: alcuni componenti del governo nazionale, lavorano sistematicamente contro la Sicilia e il governo della Sicilia”.

Crocetta impugna la finanziaria di Renzi. Si è svegliato o è il classico gioco delle 3 carte?

Crocetta ha autorizzato il ricorso contro il provvedimento nazionale che revoca i fondi Pac alla Sicilia.

Crocetta ha capito che essersi consegnato ‘mani e piedi’ a Roma non lo mette al riparo da colpi di mano capitolini quando tutte le riforme, i tagli e i sacrifici richiesti a Palermo saranno stati messi in campo e ha predisposto uno strumento per far pressione o si tratta del classico gioco delle tre carte e quelli che rimetteranno saranno i siciliani?

LA SICILIA AL TEMPO DI ROSARIO CROCETTA

Rosario Crocetta2012di Giangiuseppe Gattuso – (Fonte www.policaprima.com)

La Regione Siciliana non naviga in acque tranquille. Ormai da tempo. Le difficoltà sono di varia natura e molte di queste vengono da lontano.

Le risorse economiche scarseggiano paurosamente, l’apparato burocratico è quello di sempre. Un vecchio enorme elefante sul viale del tramonto, appesantito da migliaia di dipendenti e altrettanti precari di ogni genere. E la “rivoluzione” annunciata a gran voce da Rosario Crocetta non è mai iniziata….continua a leggere

La rivolta dei supermercati contro i buoni pasto. Commissioni salate e gare distorte

Foto a pagina interaSecondo la grande distribuzione il problema numero uno sono le gare al massimo ribasso. Si premia la società emettitrice che presenta il maggiore sconto sul valore facciale dei buoni: in genere si arriva al 20 per cento: “Ma se la società che emette i buoni pasto è tarata su una struttura di costi per un ticket di 100 e poi lo vende a 80, è chiaro che per recuperare redditività aumenta le commissioni a carico di chi eroga il servizio”. Bar, trattorie, supermercati.

Il risultato è che bar e supermercati non le vogliono, anche perché il Pos per tracciarle non è unico: in base ad una follia tutta italiana, ogni società emettitrice ne ha uno proprio. Quindi, per poter accettare i ticket più diffusi, una cassa al bar o supermercato dovrebbe esporre almeno quattro lettori. Più quello (unico) per leggere bancomat e carta di credito. In ultimo i ritardi nel pagamento: il gestore per recuperare il valore pagato con le card aspetta 40 giorni, con i buoni cartacei 120.

Secondo Federdistribuzione se il sistema non verrà corretto meglio rinunciare ai ticket rimettendo i soldi nelle busta paga dei lavoratori.

Alla levata di scudi di Federdistribuzione contro i buoni pasto le associazioni dei consumatori rispondono con una doppia sollecitazione. Da un lato, spiegano, sarebbe un peccato rinunciare a un’integrazione del salario completamente esentasse. Tanto più ora che il governo, con la legge di Stabilità, ha innalzato la defiscalizzazione da 5.90 a 7 euro per i ticket elettronici (dopo 15 anni di blocco) a partire dal 1° luglio. Dall’altro, però, il sistema delle card digitali è ancora troppo farraginoso sia per gli utenti che per i commercianti. Per questo bisogna semplificare il meccanismo.