Lo “stai tranquillo” di Faraone a Crocetta assomiglia molto a uno “stai sereno”

Faraone“Crocetta stai tranquillo – ha aggiunto Faraone con una battuta -, qui si costruisce una nuova classe dirigente, non un nuovo presidente della Regione. Nessuno ha voglia di far nascere progetti alternativi da questo governo.

LA LEOPOLDA SICILIANA FUMO E PROPAGANDA?

Leopolda copia

Fonte: PoliticaPrima.it

di Maurizio Alesi

Nessuno dice con chiarezza ed onestà intellettuale che la Leopolda siciliana è solo una passerella elettorale in un momento di grande scontro politico governato da confusione e divisione, tutto interno al PD, che Faraone e i suoi intendono conquistare e monopolizzare mostrando la loro potenza di fuoco.

La tanto deprecata Democrazia Cristiana, per molti anni, ha goduto di una maggioranza assoluta dei consensi ma, nonostante avesse i numeri per governare da sola, per la sua concezione della politica partecipativa, chiamava alla responsabilità di governo, altri quattro partiti rispettandone l’identità e la storia. Il renzismo dominante di oggi, invece, punta a divorare la concorrenza, azzerare il dissenso facendolo annacquare in un unico partito della Nazione il cui dominus si chiama Matteo Renzi. Altro che Leopolda e rivoluzione. Siamo di fronte al più grande bluff degli ultimi decenni…..per leggere tutto l’articolo clicca qui

Renzi salva le pensioni d’oro ma vuole tagliare quelle da fame dei dipendenti regionali

Renzi a presa diretta
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Renzi salva le pensioni d’oro ma, attraverso i suoi luogotenenti in Sicilia (Faraone e Baccei), vuole tagliare quelle da fame dei dipendenti regionali.

La trasmissione Presa Diretta ha trasmesso un’intervista rilasciata da Renzi a Bruno Vespa un anno e mezzo fa, quando ancora era in corsa per la leadership del Partito democratico e poi, sempre a Vespa, un’altra intervista, questa volta nelle vesti di premier.

La contraddizione è palese: il Renzi del dicembre 2013 cavalca l’onda dell’antipolitica e proclama la necessità di tagliare senza pietà le pensioni sopra i 3.500 euro netti. Il Renzi premier, nemmeno un anno dopo nel settembre 2014, afferma esattamente il contrario ovvero che pensioni oltre i 2.800 euro non sono d’oro e non vanno assolutamente tagliate.

Prima Renzi assicurava che tagliando le pensioni d’oro si potevano risparmiare addirittura dai 4 ai 12 miliardi di euro, poi il beneficio per le casse pubbliche si riduce ad appena 100 milioni di euro.

Renzi è un parlatore innato. Sa che la gente ha la memoria cortissima e che da sempre, anche in Italia, si lascia incantare da chi parla bene; anzi da chi la vende bene.

Se non fosse stato per il servizio di Riccardo Iacona e della sua squadra, il clamoroso dietrofront di Renzi sarebbe passato inosservato. In realtà è passato comunque inosservato, perché gli altri media non hanno ripreso il servizio di Presa diretta, che ha avuto eco solo su Facebook, raggiungendo alcune centinaia di migliaia di persone. Troppo poco per cambiare il percepito degli elettori.

Renzi si rimangia il taglio delle pensioni d’oro. La trasmissione “Presa Diretta” lo smachera

La trasmissione Presa Diretta ha infatti trasmesso un’intervista rilasciata da Renzi a Bruno Vespa un anno e mezzo fa, quando ancora era in corsa per la leadership del Partito democratico e poi, sempre a Vespa, un’altra intervista, questa volta nelle vesti di premier.

La contraddizione è palese: il Renzi del dicembre 2013 cavalca l’onda dell’antipolitica e proclama la necessità di tagliare senza pietà le pensioni sopra i 3500 euro netti. Il Renzi premier, nemmeno un anno dopo nel settembre 2014, afferma esattamente il contrario ovvero che pensioni oltre i 2’800 euro non sono d’oro e non vanno assolutamente tagliate.