Se è così ci sarà un solo sciopero a difesa dei diritti dei dipendenti regionali

Intervista a Pagliaro
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Ecco uno stralcio dell’intervista di oggi a Michele Pagliaro, Segretario generale della CGIL che chiarisce la posizione della sigla su privilegi e pensioni dei regionali.

La domanda della giornalista: voi vi troverete a difendere privilegi creati da altri?

Risposta di Pagliaro: noi non vogliamo difendere privilegi. “Adeguare le pensioni dei regionali a quelle degli statali è una cosa ovvia”.

Peccato che nessuno dica che dal 1° gennaio 2004 le pensioni dei regionali sono già adeguate a quelle dello Stato e si tratterebbe di una “incostituzionale” modifica retroattiva.

Finalmente l’Ars si accorge che Roma ci ha sottratto decine di miliardi di risorse

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Baccei dimentica di essere un assessore del governo regionale siciliano, con il precipuo compito di garantire alla nostra Isola le risorse che, per Costituzione e Statuto, le sono dovute e che non sono una cortesia del governo nazionale nei nostri confronti», si legge in una nota del presidente dell’ Assemblea.

«Il forte squilibrio dei conti regionali», riprende, «è in massima parte riconducibile a decisioni statali che hanno creato, nel tempo, condizioni di forte criticità nelle finanze della Regione.

L’assessore Baccei dimentica che nel 2007 lo Stato, unilateralmente, ha innalzato al 49,11% la quota di compartecipazione della Regione al Fondo sanitario, sottraendoci 600 milioni di euro l’anno.

Ci restituiscano queste somme perché ci spettano e non per cortesia». «E che dire del contributo di 1,2 miliardi per il 2015 richiesto alla Sicilia per il risanamento dei conti pubblici nazionali? Un importo iniquo se rapportato a quelle delle altre regioni a Statuto speciale. Stesso discorso per la continua erosione dell’Irpef relativa ai redditi prodotti in Sicilia.

Nonostante l’ articolo 36 dello Statuto siciliano attribuisca all’Isola la totalità delle entrate tributarie erariali riscosse nel territorio, lo Stato ha progressivamente incamerato parte crescente di questo gettito, trasferendo al di fuori della Regione gli uffici finanziari addetti alla riscossione». Circa 3 miliardi di euro, secondo Ardizzone.

«Un esempio? Il trasferimento a Latina del centro di riscossione per i dipendenti pubblici: meno 250 milioni. E ancora, l’ assorbimento del Banco di Sicilia e Sicilcassa da parte di Unicredit con trasferimento del centro a Milano: meno 150 milioni. Anche queste somme devono tornare nelle casse della Regione. Senza se e senza ma».

Finanziaria. L’assessore all’Economia invoca un’approvazione secca e rapida, pena la perdita degli aiuti statali. Scontro con Ardizzone

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Il presidente dell’Ars a rispondere a muso duro a Baccei: «La Sicilia non è la Grecia e Baccei non è la Troika».

Baccei, l’assessore suggerito dal governo Renzi a Crocetta, martedì ha detto di aver raggiunto un’intesa tecnica per ottenere da Roma i 3,2 miliardi necessari a turare le falle del bilancio regionale. Ma ha precisato che prima di aprire il portafogli Palazzo Chigi vuole garanzie sull’approvazione delle riforme inserite in Finanziaria.

Per Baccei «Roma non si fida, teme che le riforme non passino all’Ars. Se in Parlamento si mettono a fare i maestrini, a cominciare dal presidente Ardizzone, si rischia di complicare tutto».

In finanziaria il nuovo assetto dell’Assessorato Economia

Il nuovo assetto dell’Assessorato regionale dell’Economia, contenuto nell’articolo 13 del DDl Stabilità, nasce dalla precisa ed esplicita volontà di Alessandro Baccei di riordinare l’attività di controllo e di spesa della Regione siciliana, mettendo dentro una specifica lente di ingrandimento anche per la vigilanza delle società partecipate.