All’ARS, 90 sfrontati, non provano neanche un po’ di vergogna!!!

IMG_20150520_202720FANNULLONI, 20 GIORNI IN VACANZA

Palermo, 20 maggio 2015 

Sono stati rinviati al 9 giugno – fra ben 20 giorni – i lavori dell’Ars, tenuti ieri, 19 maggio, in un’aula quasi deserta che si era riunita per esaminare interrogazioni su Beni Culturali e Sanità in presenza dei soli assessori regionali Antonino Purpura e Lucia Borsellino. Uno spettacolo indecente che continua a gettare discredito su un parlamento che rischia di passare alla storia come il “parlamento dei fannulloni”. Un lusso, questi ulteriori 20 giorni di vacanza, per il quale ci chiediamo come i 90 deputati regionali non possano provare vergogna in considerazione dello stato in cui versa la Sicilia e i siciliani e in considerazione dei lauti “stipendi” che l’erario sborsa ai cosiddetti “rappresentanti del popolo”.

Guarda caso, ieri – giusto giusto – era all’ordine del giorno proprio il disegno di legge che riguarda la riduzione dei componenti dei consigli comunali e le indennità dei politici amministratori locali (sindaci, consiglieri, etc.); così, la fuga dei deputati e l’esiguità del numero dei superstiti presenti in aula ha offerto un’ottima scusa – che sembra proprio organizzata a tavolino – per non mettere mano alla riforma che doveva già essere inserita nella Legge di Stabilità insieme alle norme sul personale ma che era stata stralciata con un puro atto di “paraculismo politico”.

Naturalmente nessun gruppo politico ha gridato allo scandalo: evidentemente sono tutti “appattati”. Neanche i soliti moralizzatori editorialisti hanno ritenuto di intervenire, loro forse con i poteri forti preferiscono “voltarsi dall’altra parte”, la “schiena dritta” è riservata solo ai lavoratori che notoriamente non inviano caviale e telefonini ai giornalisti amici per le feste di Natale.

Tra i provvedimenti legislativi in attesa ci sono anche quello sul servizio idrico integrato, presentato dall’ex assessore all’Energia (già approvato dalla commissione Territorio e Ambiente), o il ddl sul recupero del patrimonio edilizio nei centri storici che integra le proposte di maggioranza e opposizione, fino al disegno di legge Marziano-Barbagallo sull’istituzione delle zone franche montane che era stato assegnato all’Aula con procedura d’urgenza, ma che non sarà all’ordine del giorno dell’Aula prima della fine di giugno. Per il silente governo regionale, per i deputati dell’Ars e per la sua presidenza evidentemente non ci sono emergenze in Sicilia: loro non possono mica rinunciare a queste tre settimane di vacanza: tra un po’, inizia il caldo e lavorare al parlamento siciliano deve essere una vera sofferenza, una jattura da evitare a ogni costo.

Considerando la scarsa presenza in aula chiudiamo qui” come la stampa informa avrebbe detto il vice presidente Antonio Venturino, rimandando la prossima seduta al nove giugno. Ma a questo punto non sarebbe meglio sciogliere l’ARS? Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, se non è in grado di tenere aperta “la bottega” perché non toglie il disturbo e si dimette insieme ai colleghi di un’asservita giunta di governo?

www.codir.it

STIPENDI EUROBUROCRATI DA CAPOGIRO. L’AUSTERITY VALE SOLO PER NOI

EuroscetticiFonte: http://www.byoblu.com/post/2015/04/02/e-fanno-la-morale-a-noi-ecco-gli-stipendi-degli-euroburocrati.aspx

Quanto guadagnano i leader europei? Basta andarsi a guardare gli stipendi dei membri del Consiglio Europeo, dove tutti gli uomini al comando degli stati membri si ritrovano per decidere, ad esempio, i destini della Grecia, ma anche i nostri.

C’è molto variabilità, che dipende dai costi della politica applicati da ogni stato, dal suo peso nello scacchiere dell’economia eccetera. Ma se pensate di trovare Renzi in cima all’elenco dei leader più costosi vi sbagliate. Con i suoi 115.000 € all’anno si colloca circa a metà, in una classifica che va dal più economico Laimdota Straujuma, il lettone che costa alla sua collettività solo 25.285€, al lussemburghese Xavier Bettel, che invece ogni 12 mesi si porta a casa almeno 288.000 €, passando per i 250.000 € della Merkel. Eppure, per quanto i capi di governo vengano ricompensati con cifre più che consistenti, i salari dei burocrati europei (che parlano di austerity e predicano agli altri di stringere i cordoni delle borse) sono ancora più alti. Donald Tusk, il presidente del Consiglio Europeo, si becca 298.495 € all’anno, mentre Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione Europea, arriva a 317.496€! Ma vogliamo parlare dell’icona dell’euroburocrate non eletto, il simbolo dell’Europa antidemocratica ed elitaria?

Bene, Hermann Van Rompuy prende 321.238 € l’anno (26.770 euro al mese), un poveraccio rispetto ai 370.000 € di Mario Draghi, presidente della BCE. E anche Martin Schulz, il presidente del Parlamento Europeo, con i suoi 24.000 € netti al mese, tra stipendi base, indennità e rimborsi, direi che non può lamentarsi (e li usa anche per farsi campagna elettorale).

Non male, per essere gente che fa la morale sugli sprechi. Ma ce n’è per tutti. Gli stipendi del Parlamento Europeo, ad esempio, ammontano da soli a circa 617 milioni di euro, spalmati sui circa 6.000 funzionari. Un budget, quello delle istituzioni europee, che nel 2013 ci è costato in media 283€ a testa.

Tra tutte le istituzioni nel loro complesso, la Commissione Europea è sola al comando, con 3,275 miliardi di €, seguita a ruota dal miliardo e quasi ottocento milioni del Parlamento Europeo, dai 602,8 milioni di € della struttura guidata dalla Mogherini (European External Action Service) e dai 541,79 milioni di € del Consiglio Europeo, quelli che organizzano gli “Eurogruppi” in cui cazziano la Grecia.

E una parte di questi soldi spariscono nel buco nero delle truffe (qui qualche esempio di creatività di alcuni europarlamentari), il cui impatto secondo la Commissione Europea non dovrebbe superare lo 0,2% del budget complessivo.

Forse bisognerebbe iniziare a pretendere un po’ di austerity anche a Bruxelles. Guadagnare di più, in relazione alle responsabilità che un incarico porta con sé, va bene, ma giustificare 300.000€ quando mezza Europa muore di fame diventa complicato.