Malattia. La decurtazione è effettuata per i primi 10 giorni di ogni periodo di assenza per malattia

Malattia. Ai fini della decurtazione si fa riferimento ad ogni episodio di malattia che colpisce il dipendente, anche della durata di un solo giorno, e per tutti i primi dieci giorni di ogni evento morboso.

Pertanto nei primi 10 giorni di assenza per malattia, di qualunque durata (anche un solo giorno), è corrisposto il trattamento economico fondamentale, comprendente l’indennità integrativa speciale e l’indennità di vacanza contrattuale, con esclusione di ogni ulteriore indennità o emolumento comunque denominati aventi carattere fisso e continuativo nonché di ogni altro trattamento accessorio.

La decurtazione retributiva:

  • È relativa ai primi dieci giorni di ogni periodo di  assenza per malattia e non ai primi 10 giorni di assenza per malattia nel corso dell’anno;
  • Opera per ogni episodio di assenza (anche di un solo giorno) e per tutti i dieci giorni anche se l’assenza si protrae per più di dieci giorni.

Analogamente a quanto avviene nello Stato!

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Convocazione Aran. Ma tanto Baccei, se non gli conviene, si alza e se ne va!

ScioperoLa legge di stabilità regionale (finanziaria) con tutto il suo carico di norme contro il personale è già stata approvata e non è assolutamente messa in discussione dal Governo.

Occorrerebbe un’altra legge per apportare modifiche.

Premesso quanto sopra l’argomento in discussione all’Aran il 3 giugno è solamente quello di stabilire in anticipo i criteri per consentire la revoca delle dimissioni.

Con la privatizzazione del rapporto di lavoro, infatti, le dimissioni sono un atto unilaterale ricettizio per la cui efficacia non si richiede alcuna accettazione da parte dell’amministrazione. Le dimissioni sono, pertanto, efficaci dal momento in cui l’amministrazione ne viene a conoscenza, divenendo, con ciò, irrevocabili.

Per noi la revoca delle dimissioni dovrebbe essere consentita a tutti fino al giorno antecedente alla cancellazione dai ruoli senza criteri che potrebbero nascondere parecchie insidie.

Se si parla di criteri, evidentemente, non sarà così.


Dicono Palazzotto e Abbinanti (Cgil): consideriamo utile che alcuni passaggi normativi relativi al pensionamento siano affrontati ed è per questo che, di concerto con Cisl e Uil, parteciperemo all’incontro del 3 giugno”.

“Non diamo comunque – dicono i due dirigenti sindacali – nulla per scontato ed è persino possibile che alla fine non si raggiunga alcun accordo, considerato il ruolo ormai delegittimato dell’Aran; ma non possiamo lasciare il campo libero al governo di decidere ancora una volta unilateralmente su questioni che attengono ai diritti dei lavoratori”.