Sindacando - il Blog di Benedetto Mineo
Blog dei dipendenti della Regione Siciliana
LO DICONO OCSE, INPS E ISTAT. Riforme inefficaci e povertà in aumento, siamo nella “trappola della bassa crescita”.
La produttività è piatta da 15 anni, i salari sono praticamente fermi, l’ineguaglianza dei redditi è in aumento e come tasso di occupazione siamo al terzo valore più basso tra i paesi sviluppati, dopo Grecia e Turchia. Inoltre, in Italia più di un giovane su quattro non lavora, né studia, né segue corsi di formazione, una categoria di disoccupati con scarsissime prospettive di lavoro, che è aumentata del 44% negli anni della crisi. Questa cruda descrizione della situazione italiana viene dall’Ocse, organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ha presentato ieri l’analisi annuale sul mercato del lavoro.
Articolo di qualche tempo fa, ma sempre attuale.
Saviano scrive una lettera aperta al premier pubblicata su La Repubblica.
“Le istituzioni italiane – scrive l’autore di Gomorra – devono chiedere scusa a quei milioni di persone che sono state considerate una palla al piede e, allo stesso tempo, sfruttati come un serbatoio di energie da svuotare”.
L’Italia è una Repubblica fondata sui voucher. Il cui abuso gonfia i dati sull’occupazione, visto che chi viene retribuito con i buoni da 10 euro che sulla carta dovrebbero servire solo per pagare prestazioni di lavoro occasionali viene considerato a tutti gli effetti fuori dalle fila dei disoccupati. Tra gennaio e luglio di quest’anno, stando all’ultimo Osservatorio sul precariato dell’Inps pubblicato oggi, ne sono stati venduti 84,3 milioni, con un incremento del 36,2% sullo stesso periodo del 2015. Questo dopo che nei primi sette mesi del 2015 si era registrato un +73% sullo stesso periodo del 2014. Numeri che fanno vedere sotto un’altra luce i dati positivi sull’incremento dell’occupazione nel secondo trimestre diffusi dall’Istat il 12 settembre e salutati dal premier Matteo Renzi come prova del fatto che “il Jobs Act funziona”.
Seconda batosta in due settimane per la Cdu di Angela Merkel.
L’ultima tornata elettorale del 2016 in Germania riserva l’ennesimo schiaffo alla Cdu di Angela Merkel. Alle regionali di ieri a Berlino i cristiano-democratici crollano secondo le proiezioni della tv Ard al 17,9%, la percentuale più bassa che abbiano mai raccolto.
Mentre i pubblici dipendenti dovranno attendere chissà quanto per vedersi rinnovato il contratto, per di più con la prospettiva di aumenti di pochi euro, i banchieri hanno visto lievitare i propri stipendi grazie ai bonus per i risultati.
Il Sole 24 Ore – Banchieri italiani, stipendi in crescita. Ecco i più pagati
Questo lo «spread», se così si può dire, che intercorre tra la retribuzione dei dirigenti di prima fascia delle Agenzie fiscali, pari in media a 220mila euro annui, e quella del personale Ata della scuola, in cui rientrano i collaboratori, una volta chiamati «bidelli», sotto i 22mila. Le cifre compaiono nelle tabelle dell’Aran.
L’aggiornamento, pubblicato online in base a dati della Ragioneria dello Stato, non va oltre il 2014. Ma da allora non dovrebbe essere cambiato molto, visto che la contrattazione è rimasta bloccata.
Alla vigilia della nuova tornata contrattuale nelle intenzioni del Governo ci sarebbe l’esclusione dai prossimi incrementi contrattuali delle fasce che guadagnano di più. Ciò per concentrare le risorse sui redditi più bassi.
Commento
Bisogna vedere cosa si intende per redditi bassi nella speranza che questo governo ottuso che sta pagando, in termini di PIL ma anche di consenso, tutti i fallimenti della politica economica adottata, tenga conto, stavolta, del quoziente familiare.
Se l’aumento, infatti, verrà erogato per il solo fatto di avere un reddito PERSONALE non superiore a 26 mila euro senza cioè tenere conto del quoziente familiare, si verificherà la stessa aberrazione che si è verificata con l’erogazione del bonus 80 euro, ovvero, l’aumento potrà essere corrisposto a chi non ne ha bisogno (ad esempio anche alla moglie – o al marito – del manager, libero professionista o del dirigente con reddito familiare ben oltre i 26 mila euro. In tal modo verrebbero penalizzati, ad esempio, i monoreddito con moglie e figli a carico che hanno un reddito di poco superiore ai 26 mila euro.
Questo è stato, a mio avviso, uno dei principali motivi del fallimento del bonus 80 euro.
Per la società regionale Sviluppo Italia Sicilia non c’è più nulla da fare, la chiusura è ormai cosa certa. L’assessore indica 2 strade da seguire. La prima è quella di recuperare direttamente i 75 dipendenti di Sviluppo Sicilia licenziati, o almeno una parte. Questo bacino finirà nell’elenco unico delle partecipate della Regione e, se l’Ars approverà a giorni un’apposita norma, dovrebbe transitare nella Sas, una delle più grandi partecipate regionali dove dovrebbero confluire un centinaio di dipen denti licenziati di altre società che hanno chiuso. «Ma questa strada ammette Marziano – dovrebbe richiedere un iter burocratico lungo e dunque servirebbe troppo tempo. Non possiamo permettercelo, dobbiamo fare partire i corsi al più presto». Ecco che potrebbe essere seguita la seconda strada, quella del personale dei due dipartimenti, Formazione e Istruzione.
Da Roma non hanno preso bene la mossa del governo siciliano. «Senza tagli non si possono sbloccare i concorsi, lo prevede la legge»: è questa la posizione che viene fatta filtrare ieri mattina dal ministero della Salute. Una doccia gelata per chi in Sicilia vuole riaprire la partita dei concorsi che quindi restano bloccati, un traguardo ben lontano.
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