Famp. Il modulo per valutare i regionali, trovarlo è una «caccia al tesoro»

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Nel groviglio di uffici e pratiche complesse, scopriamo che all’interno della macchina regionale un iter semplice e con un esito quasi sempre positivo esiste. È quello, ad esempio, che permette ai dipendenti regionali di conquistare un bonus, che può arrivare sino ai 1200 euro netti, per aver lavorato bene durante l’anno.

Ma quali sono gli elementi di valutazione? Ecco le voci contenute nel modulo di un dipartimento: complessità e difficoltà del contesto in cui si deve operare; competenze richieste per l’ attività svolta; ampia autonomia e deleghe specifiche; grado di influenza sui risultati aziendali anche di tipo economico oltre che professionale; competenze tecnico -professionali ed eventuale attinenza all’aggiornamento manifestato dal soggetto; capacità gestionali in riferimento alla programmazione e al controllo; capacità di promuovere e gestire l’innovazione; partecipazione alle attività della struttura in ore pomeridiane; rapporto tra obiettivi e risultati conseguiti.

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E’ tempo di schede di valutazione. Analizziamo il comportamento dei nostri valutatori: i dirigenti.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

5 Risposte a “Famp. Il modulo per valutare i regionali, trovarlo è una «caccia al tesoro»”

  1. L’articolo è ancora attualissimo e chissà per quanto tempo ancora lo rimarrà.
    La valutazione è un argomento delicato, in un certo senso imparentato con il giudizio, e chi viene valutato dovrebbe avere le stesse garanzie di chi viene giudicato.
    Il metodo in vigore nell’Amm.ne Reg.le è risibile in generale ma poiché si presta a svariate distorsioni può diventare pericoloso se maneggiato da un eventuale dirigente “strano”, ecco perché avrebbe bisogno di significativi contrappesi.
    Sicuramente il Sindacato era conscio dei rischi insiti nella norma e probabilmente ha confidato nel buon senso dei dirigenti chiamati ad applicarla.
    E’ come se si fosse creata “un’arma” nella convinzione che nessuno vorrà mai usarla.
    Resta il pericolo che tra le centinaia che vi hanno accesso a qualcuno venga in mente di impugnarla. (e sicuramente è già successo).

  2. Il contenuto del modulo di valutazione è un problema, ma di ordine inferiore.
    Il problema principale è l’organo di valutazione, nel nostro caso formato da una sola persona che giudica senza contraddittorio formale e che non è tenuta a relazionare, motivando, il giudizio espresso.

  3. Esatto!
    Come dici bene, nelle schede ci sono ben pochi riferimenti concreti all’attività lavorativa svolta negli uffici regionali e dagli stessi soggetti.
    Del resto, per la dirigenza è ancora peggio. I dirigenti vengono valutati sulla base di obiettivi concordati con il dirigente generale e LA RELAZIONE SU CUI POGGERÀ IN GRAN PARTE LA VALUTAZIONE DEL DIRIGENTE GENERALE viene predisposta dallo stesso dirigente.
    Faccio un esempio chiarificatore. Se tra i miei obiettivi c’è la cura dei rapporti con il Corpo Consolare e diplomatico presente in Sicilia e inserisco ad es. 10 incontri all’anno, il fatto stesso che abbia convocato le riunioni (anche se poi sono andate deserte) mi fa raggiungere quell’obiettivo (peso contrattato 25 + risultato raggiunto 25 = punteggio 25).
    Certo c’è poi la parte discrezionale del dirigente generale, ma il risultato non cambia, anzi…

  4. I proverbi, espressione secolare della saggezza popolare, non sbagliano mai.
    E in questo caso, come in molti altri, simili, quando purtroppo si ha a che fare con la Regione siciliana, il motto “tutti i nodi vengono al pettine” è inesorabilmente preciso e illuminante.
    Quante volte è stato modificato quel “modulo di valutazione” da quando è stato istituito il Famp?
    Oggi per una richiesta esplicita di un sindacato, oggi per favorire una particolare congregazione di protetti, oggi per evitare che qualche intoccabile potesse venire escluso dal salario accessorio, si è compiuta nel tempo una “rivisitazione” del testo e dei parametri dello stesso che lo hanno snaturato (ammessa e non concessa la sua valenza iniziale), facendolo diventare estremamente vago e generico e, soprattutto, con ben pochi riferimenti concreti all’attività lavorativa svolta negli uffici regionali.
    E la colpa di chi è? Di tutti i soggetti coinvolti, nessuno escluso.
    Anche nostra, dei dipendenti, che abbiamo accettato passivamente e in silenzio che tutti e indistintamente venissero ogni anno “premiati” per il servizio prestato, indipendentemente dalla qualità dello stesso.
    Ma è un discorso trito e ritrito del quale mi sono ormai stancato pure di parlare e scrivere: e, nel frattempo, prendiamoci il “meritato” ludibrio pubblico.
    Per adesso, “fischi e piriti” per tutti: un giorno, però, potrebbero venire a tagliarci le teste……..

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