È ufficiale, certificato anche dalla Corte dei Conti. Il Governo di Roma affama la Sicilia ma passa la notizia che la Sicilia trascina a fondo il resto del paese

La Sicilia è la nostra Grecia. Ci trascina a fondoA gran parte della stampa, sempre pronta a sparare a zero contro la Sicilia, vedi caso, sfugge una passaggio importante dell’analisi della Corte dei Conti Siciliana, quello in cui anche il Governo nazionale viene inchiodato alla sue responsabilità.

I magistrati parlano di comportamenti sleali e di risorse mai riconosciute. Un atto di accusa chiaro e coraggioso. Che arriva mentre la situazione finanziaria continua a deteriorarsi e mentre la regione arranca pure rispetto al resto del Sud.

Il Procuratore generale della Corte dei Conti,  Diana Calaciura, numeri alla mano, ha risposto per tutti. Con coraggio e chiarezza. Cominciando da un ‘furto’ di risorse siciliane operato dalla Agenzia delle Entrate: “Nel corso del 2014, la Struttura di gestione dell’Agenzia delle entrate ha trattenuto le entrate riscosse nella Regione per complessivi 585,5 milioni di euro, riversandole direttamente al bilancio dello Stato a titolo di accantonamenti tributari e, per di più, in assenza di qualsiasi comunicazione formale alla Regione.

Non solo. Il magistrato entra nel merito del mancato riconoscimento dell’articolo 37 dello Statuto Siciliano  “che prevede ’attribuzione alla Regione del gettito dell’imposta sul reddito degli impianti industriali e commerciali con stabilimenti ubicati nell’Isola: per l’esercizio 2014, a tale titolo, è stata assegnata la complessiva somma di 50,2 milioni che, tuttavia, non risulta ancora versata dalla Struttura di gestione, né risultano esplicitati i criteri di stima utilizzati dal Mef (Ministero dell’Economia e Finanze) per l’attribuzione di siffatta entrata”.

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