Prepensionamento. Pervenute 4580 istanze

PensioneChi andrà via subirà una piccola riduzione dell’assegno: il 10 per cento dello stipendio per chi lascia mamma Regione subito, il 15 per cento per chi lo farà nei quattro anni successivi. Il Tfr, invece, sarà pagato a scadenza naturale, cioè nel momento in cui la pensione sarebbe dovuta scattare se questa finestra non fosse esistita.

Un’occasione che, comunque, non è stata garantita a tutti. Per chiudere subito la carriera alle dipendenze di Palazzo d’Orléans e schivare le norme introdotte dalla Finanziaria, che ha equiparato le pensioni a quelle degli statali, erano necessari i requisiti previsti prima della riforma Fornero: 65 anni e 3 mesi di età e 20 anni di contributi versati, oppure almeno 61 anni e 3 mesi di età con 35 anni di contributi. In quest’ultimo caso, però, la somma fra anni di età e anni di contributi doveva superare “quota 97”. “La logica – spiega Giammanco – è invogliare i dipendenti ad andare in pensione. Nell’ultimo giudizio di parifica, ma in realtà anche nei precedenti, la Corte dei Conti ci ha ricordato che la Regione ha un organico molto ampio, frutto di politiche vecchie. Adesso è il momento di tagliare”.

SECONDA GIORNATA DELLA TRASPARENZA 2015

2° giornata trasparenza
Per scaricare la brochure clicca sopra l’immagine

“Codice di comportamento dei pubblici dipendenti e regime sanzionatorio – Legge 190/2012 e decreti attuativi – Amministrazioni a confronto”

Il 30 novembre avrà luogo presso la Sala Magna di Palazzo Chiaramonte Steri, piazza Marina n. 61, dalle ore 09,00 alle ore 14,00, la Seconda Giornata della Trasparenza del 2015 dell’Amministrazione Regionale Siciliana, nel corso della quale si terrà il seminario “Codice di comportamento dei pubblici dipendenti e regime sanzionatorio – Legge 190/2012 e decreti attuativi – Amministrazioni a confronto”.

Ma siamo tutti invitati?

Per la propaganda di regime l’Italia è fuori dalla crisi. Intervista all’economista Nino Galloni

EuroPer la propaganda di regime siamo fuori dalla crisi ma gli economisti e i dati reali dicono altro.

Per anni ci hanno detto che c’era la crisi. Oggi ci dicono che la crisi è finita ma il risultato è sempre lo stesso: gran parte delle famiglie non ce la fa neppure a pagare le bollette.

L’intervista a Galloni è di qualche mese fa, ma l’articolo di Repubblica che conferma quanto dichiarato da Galloni è della scorsa settimana.

Altro che ripresa! Le famiglie non ce la fa neppure a pagare le bollette.

Squinzi: facciamo fatica ad agganciare la ripresa, fare le riforme

Lavoratore copiaHanno abolito l’art. 18 che, a pareri di insigni (?) economisti, costituiva un ostacolo alla ripresa. Ora gli imprenditori possono licenziare come e quando vogliono.

Hanno limitato il diritto di assemblea.

Gli stipendi sono da fame.

Ma di che c…volo di riforme parla Squinzi?

L’unica riforma utile sarebbe quella di aumentare gli stipendi dei lavoratori per mermettere loro di spendere alimentando la domanda interna.

In crisi di consensi Renzi cerca di accaparrarsi il voto di forze dell’ordine e diciottenni

Sondaggio del 23 novembre 2015Anche l’ultimo sondaggio di qualche giorno fa sulle intenzioni di voto degli italiani dimostra il graduale ma ormai costante arretramento del Partito Democratico, che anche questa settimana registra una variazione negativa di qualche decimale rispetto alla precedente rilevazione e si attesta al 30,5%. Distante ormai meno di tre punti percentuali il Movimento 5 Stelle.

Ecco allora che Renzi ritenta la carta degli 80 euro, stavolta da distribuire alle forze dell’ordine. In aggiunta a ciò Renzi ha annunciato 500 euro di bonus ai diciottenni per iniziative culturali.

Anche in quest’ultimo caso (come per il bonus degli 80 euro dello scorso anno erogati a coloro che avessero un reddito annuo inferiore ai 25 mila euro annui) Renzi non fa alcun riferimento, al quoziente familiare. In alcuni casi il bonus è andato a chi non ne aveva assolutamente bisogno (si pensi alla moglie del manager o del libero professionista che ha percepito il bonus sol perché il proprio cud personale era inferiore ai 25 mila euro o si pensi all’esempio dei 4 componenti dello stesso nucleo familiare che percepiscono il bonus perché il reddito di ciascuno è inferiore a 25 mila euro mentre il bonus non viene percepito da chi è monoreddito con moglie e figli a carico e percepisce un reddito di poco superiore ai 25 mila euro).

I 500 euro, pertanto, andranno sia al diciottenne figlio del miliardario, sia al diciottenne figlio di genitori poveri, con il rischio concreto di togliere questi soldi ai diciannovenni, ai ventenni, ai ventunenni, etc.

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