Un aumento congruo per tutti. Dopo parliamo di meritocrazia.

“Chi si impegna deve prendere di più e agli altri può non essere dato nulla di più dello stipendio” dice Gianni Borrelli UIL Leggi l’articolo del Giornale di Sicilia.

Parole sacrosante!

Ma prima bisogna mettere tutti i dipendenti nelle condizioni di potere “campare”.

Non puoi dare a pochi le risorse di tutti, liquidando l’aumento contrattuale con 30 euro che, nel caso dei dipendenti di categoria A, potrebbe ridursi a meno di 10 euro.

Quindi, prima un aumento congruo per tutti e dopo possiamo parlare senz’altro di meritocrazia.

È questa la tesi portata avanti dal Cobas/Codir all’Aran.

Con l’aumento delle addizionali irpef, l’aumento della tarsu, il ripristino dell’ICI (IMU) per chi ha la fortuna di avere una casa di proprietà e l’aumento stratosferico dei carburanti, dire che il potere d’acquisto degli stipendi si è dimezzato, appare un eufemismo.

100 euro di aumento per tutti ci sembra il minimo.

Fatto questo, dopo parliamo di meritocrazia.

Chi si fa “il mazzo” è giusto che venga remunerato di più rispetto a chi si fa il “compitino” o, addirittura, non fa assolutamente nulla.

Ma chi valuta chi si fa “il mazzo” o chi fa “il compitino”?

I nostri dirigenti?

Permettetemi di esprimere qualche  dubbio!

Vero è che alla Regione ci sono tanti dirigenti bravi e competenti nel loro lavoro.

Ma la valutazione è un’altra cosa.

Valutare significa esprimere un giudizio impegnativo che obbliga chi lo esprime a seguire un percorso, raccogliere informazioni, avere una conoscenza diretta, seguendo i canoni della logicità, correttezza e buonafede.

Valutare significa essere indipendente da pressioni esterne anche e soprattutto di parte sindacale.

Se non vogliamo prenderci in giro sappiamo tutti che non è così.

Gli esempi li abbiamo tutti i giorni sotto i nostri occhi.

Ci sono i componenti delle segreterie e degli staff dei dirigenti generali che sono bravi e meritevoli per “principio”.

Stesso discorso vale per i componenti degli uffici di gabinetto.

Ci sono, poi, quelli che sono bravi e meritevoli perché lo dice il sindacato.

Poi ci sono “i figli di nessuno” che devono sottostare alle decisioni del dirigente di turno.

Qui si aprono due strade.

C’è il dirigente che per non avere rotture di scatole valuta tutti al massimo (bravi e meno bravi) e c’è il dirigente che spacca il capello in quattro.

E qui, anche il dipendente bravo e meritevole comincia ad avere i suoi problemi. Infatti, l’obiezione del dirigente che va più di moda è la seguente: “Come faccio a darti il massimo se non l’ho avuto neppure io?

C’è anche una terza via: la valutazione per categoria. 100 per il funzionario, 98 per l’istruttore, 96 per il collaboratore e 94 per l’operatore.

Di esempi ne potrei portare centinaia, anzi migliaia!

Se questa è la meritocrazia che ha in mente qualcuno siamo completamente fuori strada.

Una siffatta meritocrazia rischia di essere peggiore del male stesso (il fannullonismo”) e consentirebbe, anzi consente, ai sindacati di fare bottega.

Non mi pare che il senso della meritocrazia sia questo.

In conclusione.

Invece di parlare di meritocrazia solo per essere alla moda o per creare sistemi complicati e aberranti che diventano praterie dove possono scorazzare indisturbati alcuni sindacati, sforziamoci di costruire qualcosa di semplice. Le cose semplici sono quelle che funzionano meglio.

Io un’idea l’avrei ma, per il momento, la tengo per me e aspetto i vostri suggerimenti.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

5 Risposte a “Un aumento congruo per tutti. Dopo parliamo di meritocrazia.”

  1. Come sempre dimostri di essere il più lucido del tuo sindacato!
    E’ un vero peccato che il tuo incarico all’interno del sindacato sia limitato.
    Da parte nostra ti dico che puntiamo molto sul giuridico, sia per il comparto che per la dirigenza.

  2. Caro Benedetto,
    il problema viene sollevato al momento giusto!!! In piena fase di rinnovo di CCRL.
    Anche il sistema di valutazione della dirigenza, come quello del comparto, risulta poco … , funzionale …oggettivo.
    Mi auguro che le varie sigle sindacali non si concentrino troppo sulla parte economica e poco su quella giuridica.
    Scappo
    Gianapolo

  3. La mia idea è la seguente.
    In primo luogo, bisognerebbe distinguere tra una fase di “transizione” ed una “a regime”.
    Nel senso che, una volta stabilita con certezza l’entità delle risorse disponibili per il “merito” (al netto quindi da quelle da destinare all’aumento generalizzato), con coraggio, imparzialità e trasparenza occorrerebbe riconoscere quei profili-super o quelle posizioni organizzative che già, di fatto, esistono.
    E mi riferisco a quei micro-mini-settori retti da funzionari o istruttori che, in autonomia gestionale e decisionale, portano avanti attività singole o di gruppo costituendo però l’ossatura portante degli uffici, quella che ne caratterizza o ne rende praticabili le funzioni.
    Un esempio, ma solo per rendere l’idea di quel che intendo, potrebbero essere gli uffici dei consegnatari di strutture di medie-grandi dimensioni, in cui l’autonomia gestionale (che può essere rappresentata dalla necessità di programmare ad esempio gli acquisti di materiale piuttosto che la selezione delle ditte specializzate che si devono occupare delle piccole manutenzioni) è una parte importante della propria attività.
    Ovvio che, in tal caso, la relativa indennità finora percepita andrebbe soppressa.
    Un altro caso potrebbe essere quello di tutte quelle funzioni che comportano “coordinamento” (o, ancora meglio, interdipartimentalità): esempio tipico potrebbe essere il compito del “referente formativo” di un dipartimento.
    Evidentemente, in questa prima fase, sarebbe fondamentale affidare il compito di “selezione” delle figure destinatarie di tali benefici a soggetti il più possibile imparziali e liberi da condizionamenti: sempre a titolo esemplificativo, si potrebbe pensare ad un’apposita commissione di valutazione, composta dal dirigente generale del dipartimento o da un suo delegato, dal dirigente responsabile della struttura di cui fa parte il candidato eventualmente da “promuovere” e da un rappresentante dei lavoratori di quel dipartimento (non necessariamente sindacale, giusto per non dar adito a sospetti di parzialità nei confronti dei propri iscritti).
    Due soggetti quindi “schierati” (il D.G. “a sfavore” e il rappresentante “a favore” del dipendente) ed uno potenzialmente “neutro”, il dirigente della struttura: in realtà, anche questo avrebbe tutto l’interesse a premiare il collaboratore veramente meritevole.
    Nella seconda fase, quindi da attuare successivamente, le posizioni “di merito” verrebbero assegnate per…..concorso o per proposta.
    Nel primo caso, l’amministrazione (magari con il supporto del servizio di controllo di gestione) ogni anno individuerebbe degli obiettivi di miglioramento realizzabili all’interno delle strutture del dipartimento: chi accetta la “sfida”, diventando parte di una “squadra” appositamente costituita per quello scopo e raggiunge il risultato, verrebbe premiato.
    Nel secondo caso, l’iniziativa nascerebbe ad opera dei lavoratori stessi, con la proposta alla commissione descritta precedentemente di uno o più obiettivi da perseguire e raggiungere entro l’anno, secondo dei temi di più ampio respiro individuati e coordinati precedentemente dal dirigente generale.
    Insomma, di materiale per ben operare ce ne sarebbe a sufficienza: se soltanto si facessero un pò meno chiacchere…..

  4. Senza fare neanche finta di seguire un “metodo”, i dirigenti regionali che lavorano a taormina, si son dati il 100% includendo nell’elenco dei “centisti” solo poche loro AMICHE.
    Tutti gli altri… 95.50.
    tutto questo senza considerare minimamente che tutti i 95 sono stati dati a chi questa estate ha , per senso del dovere, lavorato 1 giorno in piu’ alla settimana per questa amm.ne Reg. senza essere ne retribuito ne’ tutelato.
    Ci si aspettava che memori dell’impegno profuso da codesti dipendenti, ad essi sarebbero state date valutazioni piu’ congrue all’impegno profuso.

  5. Analisi lucida e giudizio OTTIMO E INECCEPIBILE!!!!!!! Sono pienamente d’accordo con te,Benedetto. Alcuni “Sindacalisti” si riempiono la bocca di aria e s’appropriano indebitamente del lessico Brunettiano pur di ritagliarsi qualche spazio nei giornali, senza proporre metodi e criteri OGGETTIVI di valutazione del comparto che,come hai ampiamente chiarito, nell’amministrazione regionale sono lontano dal principio della chiarezza, trasparenza, veridicità. Sostengo con forza la linea del vostro sindacato e……NON MOLLATE!

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