A qualcuno non piace Smart: il lavoro agile nella PA all’epoca di Brunetta

L’attuale reggitore delle sorti della PA, Renato Brunetta, non è sembrato da tempo un convinto assertore della modernizzazione dell’apparato pubblico intorno al principio del lavoro a distanza, sebbene abbia reso “omaggio” all’esperienza effettuata negli uffici pubblici da un anno a questa parte.

La realtà è che lo schieramento politico che sostiene questo governo dei poteri forti si divide tra un’ala innovativa o “digitale”, si fa per dire ovviamente, (M5S, ma anche il PD) che vede nel lavoro a distanza uno strumento di modernizzazione del lavoro pubblico e un’ala conservatrice (Lega e Forza Italia) che non ama questo strumento e che al momento ha trovato molto utile dal punto di vista dei consensi gettare il mito dello smart working in pasto a una piccola borghesia di commercianti e ristoratori frustrati dalla crisi economica indotta dalla pandemia e rancorosi nei confronti di quelli che credono essere dei nullafacenti.

 

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “A qualcuno non piace Smart: il lavoro agile nella PA all’epoca di Brunetta”

  1. Non e’ un problema di piacere o non piacere lo SMART nella pubblica amministrazione, o essere conservatori.
    Ma il lavoro è confronto , scambio continuo, lettura colletiva delle leggi e orientamento comune. Tutto quello che viene a mancare con il lavoro a distanza.
    Puo’essere utile per quegli uffici che rilascuiano autorizzazioni, certificazioni di vario genere ed utilita’.
    Ma non puo’ essere applicato in uffici operativi come Dipartimenti tecnici, Soprintendenze, Sanita’ecc…..
    Parlando di dipartimenti tecnici, il confronto con le imprese, con i professionisti ( progettisti-R.U.P- operatori degli enti locali quasi sempre appaltanti.e’ fondamentale ed imprescindibile.
    Solo il confronto diretto e continuo da’ al pubblico dipendente la competenza e maturazione professionale.
    Lo schermo piatto e esanime, appiattisce il corpo ed il cervello.

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