Allarme di Confcommercio sui consumi: l’Italia ha fatto balzo all’indietro di 15 anni

Potrei anche sbagliarmi ma il governo sta facendo tutto il contrario di quello che dovrebbe fare per combattere la crisi.

Non penso assolutamente che i “professori” bocconiani siano degli asini.

I “professori” stanno facendo quello per cui sono stati messi lì:

  1. salvaguardare i poteri forti a cominciare dalle banche;
  2. salvaguardare e garantire la classe politica.

Così, invece di eliminare i veri sprechi, quelli della politica, e abbassare le tasse a lavoratori e pensionati, perché abbiano più liquidità da spendere, facendo ripartire l’economia, si sono inventati tutta una serie di sciocchezze come quella dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, la cui abolizione avrebbe l’effetto (tutto da dimostrare) di favorire le assunzioni o quella dell’alto costo del lavoro in Italia. Ma è ampiamente dimostrato che che il costo del lavoro in Italia è tra i più bassi d’europa.

La cosa buffa è che che ci fanno digerire le “riforme” con la parolina magica “è l’europa che ce lo chiede”.

Peccato che l’europa non ci chieda di abbassare gli stipendi dei parlamentari alla media europea o di combattere la corruzione o l’evasione fiscale ma ci chieda invece di eliminare le tutele sul lavoro e di non rinnovare i contratti.

Se si crea un clima di incertezza tra i lavoratori:

  1. eliminando tutte le tutele;
  2. dando in mano al datore di lavoro l’arma del licenziamento (come e quando gli pare);
  3. non rinnovando i contratti di lavoro per adeguarli al costo della vita;
  4. aumentando le tasse per il ceto medio;
come fa a ripartire l’economia?
Se a tutto ciò si aggiunge l’obiettivo di smantellare il pubblico impiego con tutto il suo effetto stabilizzatore che per l’economia (tre milioni e mezzo di lavoratori che, crisi o non crisi, hanno la certezza del posto di lavoro e lo stipendio sicuro che consente loro di spendere per fare la spesa, per l’abbigliamento, per le vacanze etc.), il gioco è fatto.
Diventa un circolo vizioso.
Il consumatore non spende; il commerciante non vende e comincia a fare meno ordinativi per le industrie prima di essere costretto chiudere; l’industria è costretta a diminuire la produzione e a licenziare.
Il problema non è aumentare la produttività (come dice quel c…. di Polillo che vuole ridurre le ferie). Il problema è mettere le persone in condizione di potere spendere. Se gli stipendi diminuiscono e le tasse aumentano non mi pare che ci possa essere salvezza.
Un’ultima riflessione.
Pensate solo per un attimo quante persone vivono di politica in Italia. Prendete la calcolatrice: 630 deputati + 315 senatori + 30 consiglieri regionali x 19 regioni + 90 deputati della regione siciliana. Poi sommate i consiglieri delle 109 province e i consiglieri degli   8.092 comuni. Risparmiatevi i consiglieri si quartiere.
Quanto fa?
E quand’anche Monti decidesse di mettere mano agli sprechi della politica, quanti degli attuali parlamentari la voterebbero?

L’industria frena e le prospettive per l’ultimo trimestre sono pesantemente negative per il calo degli ordinativi.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir