Finanziaria. Tagli a sindaci e consiglieri comunali. Insorge l’Anci. La politica tenta di salvarsi. Chi pagherà il conto?

Dalle dichiarazioni riportate in basso, la politica tenta di salvarsi dai tagli. Nelle dichiarazioni si legge che i consiglieri si sono già ridotti le indennità; la riduzione del numero dei consiglieri o il taglio alle indennità non è la panacea di tutti i mali; etc. etc..

Vuoi vedere che alla fine il conto di decenni di malapolitica dovranno pagarlo solo i dipendenti regionali?


 

Secondo il presidente regionale dell’Anci, Leoluca Orlando, “non si può pensare di risolvere i problemi della Sicilia tagliando le indennità degli amministratori pubblici locali che peraltro non sono così alte come si vuol far credere e che di fatto hanno un impatto finanziario indifferente ai fini della quadratura del bilancio. Non si può, inoltre, non tenere conto che già in molte realtà dell’Isola i consiglieri comunali si sono ridotti le indennità. Sarebbe meglio evitare di confondere l’opinione pubblica, aumentando ancora di più la distanza tra cittadini e politica. Infine, mi corre l’obbligo di sottolineare ancora una volta che già da tempo l’Anci Sicilia chiede che, a tal proposito, venga applicata la normativa nazionale”.

“L’AnciSicilia – ha aggiunto Paolo Amenta, vice presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – è sicuramente a favore della riforma nella sua interezza e contro l’uso distorto dei consigli comunali e dei loro regolamenti. Ma non vogliamo far passare il messaggio distorto che la riduzione del numero dei consiglieri o il taglio alle indennità sia la panacea di tutti i mali e contribuisca, da sola, a sanare i bilanci degli enti locali. Non possiamo accettare questa mistificazione considerando anche il fatto che il taglio delle indennità solleverà solo di poche centinaia di migliaia di euro le sorti della Finanziaria”.

“Questa è una finanziaria punitiva nei confronti dei tantissimi consiglieri comunali e di circoscrizione che svolgono il loro ruolo con onestà e dignità istituzionale – rincara Giulio Tantillo, coordinatore dei consigli comunali siciliani per l’Anci -. Basti pensare che i gettoni di presenza sono agganciati alle indennità degli assessori. Nei prossimi giorni incontreremo il presidente Ardizzone e i presidenti della Prima e della Seconda Commissione, Antonello Cracolici e Nino Dina. A loro faremo proposte costruttive, diremo sì all’adeguamento dell’indennità alla legge nazionale e chiederemo di trattare la complessa vicenda dei permessi in un testo organico che riveda la normativa vigente”.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Finanziaria. Tagli a sindaci e consiglieri comunali. Insorge l’Anci. La politica tenta di salvarsi. Chi pagherà il conto?”

  1. Esercitare la rappresentatività nei consigli comunali non è un mestiere nè tantomeno un obbligo ma un servizio verso la collettività, quindi il gettone deve essere simbolico e non un’altro stipendio. Nessuno obbliga a fare politica a rappresentare la collettività ma deve essere visto solo come sacrificio, dovere sociale e non come professione. Solo cosi potremmo restituire credibilità alla politica e a chi vi si dedica, altrimenti e solo come adesso uno stipendificio fatto di furbi che approfittano di permessi e del potere per farne uso e consumo personale altro che per il ” bene dei cittadini”. Chi pensa che il gettone sia poco e non vale il sacrificio richiesto lasci e si dedichi a se stesso, al proprio lavoro , alla propria famiglia, nessuno glielo impone!

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