Il commento di Guglielmo sull’importanza dello sciopero di oggi

Sulla validità e sull’importanza dello sciopero, credo sia stato detto proprio tutto; è superfluo aggiungere qualcos’altro, se non un fermo invito a tutti i colleghi a partecipare, in massa, per salvare la “pelle”, a prescindere da ogni ragionevole e giustificabile malumore.
Semmai, vorrei capire meglio, nel merito, cosa avrebbero dovuto e potuto fare di più, o di diverso, e di più costruttivo, i “sindacati”. Io credo che, al di là delle azioni delle singole organizzazioni sindacali, più o meno criticabili, la condotta del governo è di stampo dittatoriale, e non mi pare abbia lasciato la possibilità ai sindacati, come avviene in tutti i Paesi civili e fondati sulla democrazia, di potere discutere, trattare, rivendicare. Anzi, in ambienti politici regna il caos assoluto, ognuno dice la propria, assumono impegni che puntualmente non mantengono, e perseverano nell’arte del doppiogiochismo. E’ inevitabile che i risultati vengono meno, ma credetemi, ho difficoltà a comprendere come il sindacato avrebbe potuto, a norma, evitare tutto questo. Francamente non lo so, non ne ho idea, nemmeno lo immagino…eppure il dito indice accusatorio è sempre puntato, sebbene nessuno, a parte la manifestazione di un generico disappunto, abbia mai dato un suggerimento o un’indicazione. Il sindacato, cari colleghi, non è un’entità astratta ed indipendente; è costituita da lavoratori come noi che rappresentano al datore di lavoro la categoria. Ora, sanzionare il sindacalista infedele è una cosa, giusta e corretta; sanzionare il sindacato perchè non ha portato il “risultato”, a mio avviso, è infantile e puerile, oltre che, come dice qualcuno, rappresenta il pretesto per non partecipare. Dobbiamo renderci conto che l’unica sede per rivendicare i nostri diritti, quando la “diplomazia” sindacale non ha sortito effetti, è lo sciopero: in quella circostanza, dalle presenze alla manifestazione e dal “rumore” della piazza, si comprendono le reali motivazioni dei lavoratori, le loro necessità, le loro urgenze e la soglia di attenzione oltre la quale il lavoratore non è disponibile a farsi calpestare. Non aggiungo altro, le conclusioni di ciascuno di noi, qualunque esse siano, non potranno prescindere dalla suddetta considerazione.
C’è un’altra cosa di cui tenere conto: questo governo, copiando da quello centrale, ma essendone subalterno e succube, sulla carta è di sinistra, e sempre sulla carta si ispira ai principii di democrazia e libertà; un’attenta riflessione, invece, ci porta a pensare che al comando ci sono persone privi di una maggioranza, e privi del consenso elettorale; eppure, nonostante ciò, pur predicando il rinnovamento per il benessere della collettività, nessuno si è ancora accorto che dettano legge in modo spudorato e calpestando ogni diritto, nonchè abolendo dal loro vocabolario la parola “dialogo”. Si fa così, piaccia o meno. Punto e basta!…mi ricordo di aver letto qualcosa in proposito sui libri di storia…un periodo che in Italia va dagli anni 20 del secolo scorso fino alla seconda guerra mondiale. Insomma, è dittatura conclamata, camuffata dall’abitino PD, e se non vogliamo intervenire per noi, lo vogliamo fare almeno per i nostri figli?…

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir