Il nuovo Isee stanerà i finti poveri o colpirà sempre il ceto medio?

L’Isee è quel documento che certifica reddito e patrimonio di una famiglia, indispensabile per accedere ad alcuni servizi pubblici: sconti su mense e tasse universitarie, agevolazioni per gli affitti, sgravi per le bollette delle utenze domestiche, rateizzazione delle cartelle esattoriali, iscrizione agli asili nido (e relativa definizione della retta mensile).

Sicuramente il nuovo isee è una misura che va a colpire (tanto per cambiare) le tasche dei contribuenti. Un’altra stangata, su quelli meno abbienti e dunque più bisognosi.

Secondo i Caf, infatti, la platea di coloro che usufruiscono di servizi e prestazioni legati alla situazione economica potrebbe ridursi del 20%. In teoria (cioè nelle intenzioni e negli annunci del governo) la riforma dovrebbe permettere di identificare meglio le condizioni di bisogno della popolazione, consentendo allo stesso tempo di contrastare le tante pratiche elusive ed evasive che caratterizzano le prestazioni sociali.

In pratica – dicono i Caf – le famiglie avranno un salasso. Il nuovo documento restringerbbe il numero dei soggetti «abilitati» a usufruire di prestazioni sociali, sconti e agevolazioni varie: stando alle indicazoni delle organizzazioni del settore una famiglia su cinque subirà un giro di vite. Nel nuovo Isee saranno inserite più informazioni, specie quelle finanziarie (bot, titoli, conti correnti). Ragion per cui emergerà patrimonio finora non «denunciato»; e proprio questi dati in più rappresentano la tagliola.

Per ottenere il nuovo Isee, bisogna presentare anche il dato sulla giacenza media del conto corrente: si tratta della somma che mediamente, ogni giorno, è stata depositata in banca o alla posta. Calcolarla non è semplice se nel conto sono state effettuate molte operazioni: per evitare di sbagliare e incorrere in false dichiarazioni, è possibile ottenere il dato richiedendo apposito certificato  allo sportello.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir