La legge di stabilità non la scrive Bruxelles? Intanto Olli Rehn bacchetta l’Italia

Qualche giorno fa Letta ha dichiarato: La legge di stabilità la scriviamo noi, non Bruxelles.

Ma intanto arriva la pesante critica del Commissario agli Affari economici dell’Ue, Olli Rehn.

Prima il bollettino mensile della Bce, che sottolinea un forte peggioramento nei dati preliminari del disavanzo dell’Italia nella prima parte del 2013. Poi il Commissario Rehn, che ripete che gli ultimi dati economici dell’Italia non sono buoni e invita a concentrarci sulle riforme necessarie per controllare la spesa pubblica, rinforzare la lotta alla corruzione anche allungando i termini di prescrizione, accorciare i tempi della giustizia civile, rendere più flessibile il mercato del lavoro, migliorare la pubblica amministrazione, ridurre le distorsioni fiscali spostando il prelievo dal lavoro alla proprietà immobiliare e al consumo.

Sulle riforme più importanti, il paese ha imboccato la strada opposta rispetto a quella indicata dal Consiglio Europeo. Anziché rinforzare la legge Severino, alcune forze politiche stanno cercando di renderla del tutto inefficace. L’Imu è stata cancellata, e non sappiamo ancora bene con cosa sarà sostituita. Il già previsto aumento dell’Iva forse verrà abolito. Anziché riformare la pubblica amministrazione, si è fatta una sanatoria che stabilizza i precari con un percorso privilegiato rispetto ai concorsi previsti dalla legge e dalla costituzione.

Il vicepresidente della Commissione Europea ha paragonato il Paese alla Ferrari che ha “una grande tradizione di stile e capacità anche tecnica ma per poter vincere bisogna avere un motore competitivo, bisogna essere pronti a cambiare, adeguarsi”.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir