Come dire: “chi rompe paga e i cocci sono i suoi”.
In Sicilia si raffina quasi il 40 per cento del petrolio lavorato in Italia: oltre 30 milioni di tonnellate all’anno di petrolio arrivano sulle coste dell’Isola e vengono raffinate, con conseguente inquinamento, dai petrolchimici di Augusta, Priolo, Gela e Milazzo.
Ci prendiamo l’inquinamento e per giunta ci fanno pagare i carburanti più cari rispetto al resto d’Italia….Nell’Isola la benzina più cara d’Italia “Colpa delle compagnie, fanno cartello”.
Ora, grazie a Renzi, arrivano pure le trivelle.
ma perchè insistere ancora con l’estrazione di petrolio in sicilia, abbiamo un’altra risorsa naturale che non inquina, il sole, che tutti sanno che è una soluzione a tanti problemi ma che tutti allo stesso tempo si girano dall’altro lato, perchè ci sono in ballo tanti interessi per pochi, perchè non dare la possibilità a tanti giovani che lo vogliono poter fare investire nei pannelli fotovoltaici, dare incentivi anzichè toglierli, aiutarli nei progetti per la costruzione e produzione di tanta energia da esportare invece di importarla da germania francia e svizzera che la producono con centrali nucleari? non dico di regalare soldi a questi giovani, ma di finanziare in toto il progetto per poi pagarselo con la corrente prodotta, credo che non costi niente a nessuno e anche in questo modo si toglierebbe tanta disoccupazione.a coloro che possano criticare io sono alla soglia della pensione, se ci arrivo.