Lavoro agile – Progressivo rientro del personale negli uffici – Il Cobas/Codir scrive a tutti i dirigenti generali nella qualità di datori di lavoro

Mentre il virus nel mondo dilaga e in Italia continuano a nascere focolai sparsi più o meno consistenti (preoccupante è il dato siciliano che vede un aumento giornaliero dei positivi e dei ricoverati, anche in terapia intensiva con numeri riscontrabili solo durante il lockdown), il presidente della regione mentre da un lato non esclude nuove misure restrittive, dall’altro ha scritto agli assessori regionali (nota prot. n. 17307/GAB del 23 luglio 2020) invitandoli ad “assicurare con la massima sollecitudine il progressivo rientro del personale negli uffici fino al totale dell’organico”, invitando, al contempo, i dirigenti generali, nella qualità di “datori di lavoro”, ad attivarsi in tal senso.

In proposito vorremmo ricordare al presidente della regione ma soprattutto ai “datori di lavoro” che è contenuta in una disposizione di legge – precisamente l’articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, cd. “rilancio” – la norma secondo cui fino al 31 dicembre 2020 le amministrazioni pubbliche (….) debbano organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi (……) applicando il lavoro agile con le misure semplificate di cui al comma 1, lettera b), dell’articolo 87 del decreto legge 17 marzo 2020 n. 18 (cosiddetto “Cura Italia”), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, al cinquanta per cento del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità.

Nell’ambito della gerarchia delle fonti suddetta disposizione di legge (fonte primaria) non può essere derogata da direttive, circolari o disposizioni presidenziali (fonti secondarie).

Tra l’altro i concetti riportati da suddetta disposizione di legge sono stati esplicitati e ribaditi nella circolare n. 3/2020 del 24 luglio 2020 del Ministro della Pubblica Amministrazione la quale richiama il protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19”.

Il documento, vidimato dal Comitato Tecnico-Scientifico del Ministero della Salute, dà precisi indirizzi alle amministrazioni in ordine alla necessità di tutelare il personale, gli utenti e tutte le altre figure che interagiscono con i pubblici uffici, contemperando le imprescindibili esigenze sanitarie con la necessità di una seppure ridotta ripresa dei servizi che non possono essere resi da remoto, come previsto dal decreto Rilancio. Il protocollo contempla poi la necessità di prestare particolare attenzione alla gestione dei casi di sospetta sintomatologia da Covid-19, di assicurare la dotazione di termoscanner agli ingressi, dei dispositivi di protezione individuale ed eventualmente di barriere separatorie laddove non sia possibile garantire le distanze. Non manca l’eventuale ricorso alle visiere per il personale a contatto con il pubblico e le prescrizioni su igiene quotidiana, aerazione regolare e sanificazione frequente degli ambienti di lavoro.

Proprio in queste ore il Parlamento ha dato il via libera alla proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre con tutto quello che ciò comporta ed il Governo si appresta a varare appositi provvedimenti conseguenziali.

Per quanto sopra, si invitano i dirigenti generali a volersi attenere alla vigente normativa che, tra l’altro, li indica come unici responsabili.

Il Cobas/Codir fa presente fin da adesso che, in caso di mancato riscontro, provvederà a segnalare le violazioni alle Autorità ed agli Organismi competenti denunciando all’Autorità giudiziaria tutte quelle figure, politiche e burocratiche che dovessero rendersi, direttamente o indirettamente responsabili, di non auspicabili danni alla salute del personale.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir