Musumeci l’indecisionismo come strategia

Repubblica dell’11 aprile 2018

Alla fine, dopo tre giorni di vuoto senza precedenti, Nello Musumeci ci mette una pezza: si prende l’interini dei Beni culturali, tentando di risolvere la paralisi di un ramo d’amministrazione rimasto senza guida politica ne burocratica. Nei fatti, nei 15 giorni trascorsi dall’annuncio delle dimissioni di Vittorio Sgarbi, il presidente non ha scelto il suo successore. Doveva essere, su indicazione dello stesso Sgarbi, l’archeologo Sebastiano Tusa che aveva dato la sua disponibilità a Musumeci ma poi non ha saputo più nulla. L’alfiere di centrodestra tiene tutto fermo, si muove coi piedi di piombo come Lombardo.

D’altro canto, in tempi recentissimi, Musumeci ha ceduto alla tentazione della “crocettata”: quando, parlando dei disagi creati al funzionamento della macchina burocratica dall’eccessivo utilizzo della legge 104, non ha rinunciato al gusto della frase ad effetto: «C’è chi si è fatto persino adottare pur di non perdere il beneficio», ha azzardato. Attirando in Sicilia giornalisti di ogni testata. Peccato che Musumeci avesse rilanciato l’imbeccata di un dirigente che si riferiva a un caso singolo di diversi anni fa. Tanto che Musumeci, da quel momento, ha sfuggito microfoni e telecamere, limitandosi ad annunciare su Facebook un monitoraggio e una stretta sui permessi.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “Musumeci l’indecisionismo come strategia”

  1. ma veramente x i Beni Culturali giorno 11/04 sono stati nominati e si sono insediati sia l’Assessore “prof.Tusa, sia il Dirigente Generale Ing. Alessandro ed oggi 12/04 hanno già salutato tutto il personale e si sono messi al lavoro………

  2. Siamo alle solite, creare allarmismo per nascondere le incapacità di un governo regionale che segue la scia di crocettiana memoria. Il popolo siciliano è sfortunato, da un lato cocciuto e testardo dall’altro incapace di dare una svolta decisiva in politica e rivoltare il tutto e ricominciare da capo, l’occasione c’è stata ma si è preferito stoltamente di puntare al vecchio sistema politico ormai logoro che si arrovella con le regole inutili e causa del degrado attuale; in Sicilia non esiste l’INPS e certo che è un bluff fino a quando esisterà il Fondo Pensioni, quindi è al contrario di quello che si dice, e, sapendo che il fondo pensioni è spesa corrente dov’è l’aggravio di spesa per le casse regionali? è un falso problema, prima si pagavano dal capitolo stipendi ora dal capitolo pensioni, anzi c’è un risparmio per non pagamento del Famp, straordinario e spese per il personale cessato in genere. Considera che abbiamo diminuito la spesa di 20 deputati regionali e di 4000 dipendenti. I conti non tornano per ben altre ragioni e smettiamola di addossare tutto ai dipendenti regionali in servizio e in pensione.

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