Debito pubblico, nuovo record a giugno. Raggiunta quota 2.168,4 miliardi. Ogni italiano ha un debito pari a 36.225 euro

Il debito pubblico è salito a giugno di 2 miliardi di euro, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.168,4 miliardi. Lo comunica Bankitalia, secondo la quale nei primi sei mesi il debito pubblico è aumentato di 99,1 miliardi.

Il governo Renzi ”partito a fine febbraio con un debito di 2.107,1 miliardi di euro, termina il quinto mese di governo con il debito salito a 2.168,00 miliardi, con un aumento di 61,143 miliardi, al ritmo di 12,228 miliardi al mese ed un maggior carico per i cittadini di 875 euro di tassa occulta, oltre altri gravami di Tari, Tasi, addizionali Irpef, accise, bolli passaporti, ecc., che graverà sui giovani senza futuro, portando il gravame sulle spalle di ogni italiano a 36.225 euro a fine giugno”.

Debito pubblico, nuovo record a maggio raggiunta quota 2.166,3 miliardi, nonostante i sacrifici e … Renzi

Nuovo record per il debito pubblico italiano che a maggio è aumentato di 20 miliardi di euro rispetto al mese precedente e ha raggiunto quota 2.166,3 miliardi. E così la crescita dall’inizio dell’anno è arrivata a 97 miliardi di euro, che in termini percentuali significa un rialzo del 4,7 per cento. E’ quanto emerge dal Supplemento al Bollettino statistico Finanza pubblica, fabbisogno e debito della Banca d’Italia pubblicato lunedì 14 luglio. 

RenziMatteo conferenza 2012

Nuovo record storico del debito pubblico italiano. Ma gli italiani hanno fiducia in Renzi

Il debito pubblico italiano secondo i dati del supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia, segna un nuovo record storico a 2.146,4 miliardi di euro nonostante le misure lacrime e sangue imposte agli italiani.

Resta un mistero la crescita del consenso per il premier. 

Austerity, tasse, tagli, etc. ma per il debito pubblico c’è il nuovo record storico 2.107 miliardi….nonostante Renzi

EuroLa corsa del debito non si ferma. A febbraio è aumentato di 17,5 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.107,2 miliardi.

L’inflazione frena, ma i consumi non ripartono.

La richiesta delle confederazioni del commercio e dell’agricoltura è che il governo rilanci la domanda interna e favorisca la ripresa dei consumi, trasformando rapidamente i provvedimenti annunciati in misure concrete a favore di famiglie e imprese ma, finora, l’aumento delle tasse e i tagli al pubblico impiego non hanno fatto altro che deprimere i consumi.

Austerity o aumento della spesa pubblica?

Da quando la Banca centrale del Giappone (4 aprile) ha varato un piano per raddoppiare la base monetaria dal 28% a l 56% del Pil nell’arco dei prossimi due anni acquistando titoli di Stato per un controvalore di 1.400 miliardi di dollari l’economia nipponica è ripartita.

La ristrutturazione del debito pubblico italiano

Che cosa è la ristrutturazione del debito pubblico?

Detta in modo semplice è pagare un po’ meno o un po’ più tardi quanto dovuto ai possessori di titoli di Stato.

Esistono chiari segnali che ci informano che la ristrutturazione del debito pubblico italiano, non è affatto una ipotesi impossibile. Anzi, a dirla tutta, le probabilità che ciò avvenga aumentano di giorno in giorno con l’aggravarsi della crisi economica, che tende a rendere sempre meno sostenibile il debito pubblico. Debito, che ha sforato il tetto dei 2000 miliardi, con un trend in notevole ascesa soprattutto nell’ultimo anno, dove il debito pubblico, nonostante la spremitura di tasse operata da parte del governo Monti, è cresciuto di oltre 100 miliardi di euro.

Tale preoccupazione nasce da una semplice consapevolezza: il debito pubblico italiano, nella sua connotazione attuale, è difficilmente ripagabile.

Titoli di Stato: crolla il mito dell’investimento sicuro e garantito ma nessuno ne parla

E’ passata sotto traccia la notizia che dal 2013, cioè da quest’anno, in estensione alla norma che istituisce il Fondo Salva Stati, meglio conosciuto come ESM, tutti i paesi Europei sono obbligati ad applicare le Cause di Azione collettiva (CAC) sui titoli pubblici di nuova emissione.

Anche l’Italia dovrà osservare questa procedura, come si può leggere nel comunicato stampa diffuso dal Ministero dell’Economia e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 dicembre dell’anno scorso.

Le CAC sono delle vere e proprie clausole vessatorie allegate ai titoli pubblici di nuova emissione e sono previste per i titoli con scadenze superiore ai 12 mesi.

Acclarato che l’Italia fa parte dei paesi aderenti all’ESM (leggi qui il trattato), per quanto ci riguarda i titoli assoggettati a queste clausole sono i BTP e i CCT, oltre ai CTZ, cioè i cosiddetti “BOTTONI”, i Bot con scadenza a 24 mesi.

Le CAC danno ad uno Stato che versa in una condizione di crisi sul suo debito sovrano, la possibilità di ricontrattare interessi e scadenze con gli investitori e di proporre agli stessi uno scambio con obbligazioni di tipo diverso. L’unico vincolo per l’emittente è che i titoli emessi con le CAC non possono superare il 45% dell’intero ammontare emesso nel corso dell’anno.

Cosa significa questo per gli investitori?

In breve significa che ogni paese europeo, in caso di necessità, potrà legittimamente ricontrattare interessi e scadenze, disattendendo gli accordi originari, in quanto sostanzialmente troppo gravosi e, di fatto, insostenibili.

Il limite del 45% non può essere ritenuto un parametro di salvaguardia, in quanto facilmente ridiscutibile visti i tempi, per cui salta totalmente il mito del concetto di garanzia che il debitore, nello specifico lo Stato Italiano, dovrebbe includere unitamente al piano di emissione e al collocamento sul mercato primario.

L’investimento sicuro non esiste più in quanto, dal 2013, il fallimento di uno stato è previsto dalla legge.

Articolo tratto da http://www.teleborsa.it

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IL DEBITO PUBBLICO E’ UNA TRUFFA DEL SISTEMA FINANZIARIO. ECCO PERCHÉ’.

La crisi e il debito sono una truffaIn fondo ogni banconota è un buono durevole, polivalente e convertibile per ottenere la restituzione di un bene o servizio già corrisposto. Il valore di una banconota è quindi nel credito di bene o servizio già fornito dal lavoro di chi la riceve.
Nel momento in cui una Banca “Nazionale”, ma in realtà privata, stampa una quantità di banconote e se ne attribuisce il possesso con il loro valore nominale di buoni, essa diventa creditrice verso la comunità di una quantità di beni e servizi che figura virtualmente di aver corrisposto alla comunità stessa in cambio di quei buoni, ma che la comunità non ha mai ricevuto.
La comunità si trova così indebitata di tutto il denaro emesso da chi lo stampa, avendo questi il potere di attribuirsene il possesso, come se lo avesse ricevuto dalla comunità in cambio di una inesistente prestazione d’opera, di cui egli vanta la restituzione.
Le banche centrali private quindi non possono prestare come loro il denaro che stampano, perché NON SE LO SONO MAI GUADAGNATO.
Diabolico e geniale. Ma solo uno sporco gioco di prestigio, per non dire di falsario.
A chi ha qualche dubbio, faccio due domande :
1) Dato che TUTTI gli Stati del mondo hanno un debito pubblico come noi (compresi USA, Inghilterra, Cina, Giappone, India), mi sai dire chi è l’ UNICO creditore? ;
2) Data la enorme carenza di liquidità sul mercato, nonché la necessità delle banche di chiedere, per mancanza di fondi, in “prestito” alla BCE il denaro per comprare i titoli di debito italiano in scadenza, e le frequenti iniezioni di liquidità dello Stato per soccorrere i deficit monetari di alcune di esse, mi sai dire dove sono i 2000 mld di banconote del debito pubblico italiano?

Tratto da Tratto da facebook