Legge di stabilità. Alla fine ci sono 2,1 miliardi di euro di tasse in più

È questo il saldo per il 2014, previsto nella Legge di Stabilità, fra le entrate che vengono aumentate (8,2 miliardi) e quelle che vengono tagliate (6,1 miliardi).

Approvata la legge di stabilità 2014, ecco tutte le novità per pensionati ed esodati

Con l’approvazione della legge di stabilità 2014,sono diventate ufficiali le disposizioni contenute nel testo approvato alla Camera dei deputati venerdì scorso: ora, sono ufficiali sia lo stop alla indicizzazione completa che la nuova copertura per i lavoratori esodati ancora esclusi dai trattamenti Inps.

Legge di stabilità. I dipendenti pubblici pagano un conto da 12 miliardi. Dal 2010 maxi-risparmi sui costi del personale

Dodici miliardi di euro tra il 2010 e il 2014, a cui si aggiungono i risparmi strutturali nel tempo, rafforzati anche dalla legge di stabilità. È il conto che il pubblico impiego ha pagato finora a causa della crisi economica e dell’esigenza di stringere la spesa dedicata agli stipendi per tenere in piedi i saldi di finanza pubblica. L’austerità, avviata con la manovra estiva 2010, poggia sul congelamento di contratti e stipendi e sui vincoli al turnover. La legge di stabilità conferma anche per il 2014 il congelamento di rinnovi contrattuali e stipendi individuali, l’estensione del blocco al Ssn e ferma anche la misura dell’indennità di vacanza contrattuale fino al 2017 ai valori in vigore al 31 dicembre 2013. Effetti diversi dall’applicazione del congelamento alle retribuzioni: i più colpiti sono stati i dipendenti della scuola (-2,6% nel 2012 rispetto al 2011)….continua a leggere

Legge di stabilità. Il Governo ha presentato un emendamento salva precari

Una nota del ministro per la Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia, ha annunciato la presentazione di un emendamento del governo alla legge di stabilità che dà più tempo alle regioni a Statuto Speciale per programmare e riorganizzare le amministrazioni pubbliche secondo le norme previste dal decreto  101 per l’inserimento stabile dei precari nelle Pa”.

Slitta, quindi, di un anno il limite temporale entro cui si dovrà effettuare una ricognizione dei Comuni in grado di effettuare le stabilizzazioni. Intanto, verrà consentita la proroga dei contratti anche agli enti che hanno sforato il patto di stabilità. D’Alia: “Interventi di buonsenso che forniscono importanti strumenti per superare il precariato”.

Legge di stabilità: il governo presenterà un emendamento per i precari siciliani

ROMA. Il governo Letta presenterà un  proprio emendamento alla Legge di Stabilità per consentire la  proroga dei contratti dei circa 24 mila precari della pubblica  amministrazione in Sicilia, i cui contratti scadono il 31  dicembre. È quanto emerso nel corso dei lavori della  commissione Bilancio alla Camera con il viceministro  all’Economia Stefano Fassina e il relatore della Legge di  stabilità Maino Marchi.  Gli emendamenti già presentati saranno, dunque, accantonati,  per lasciare posto ad un unico testo, che dovrebbe essere pronto  in settimana e che dovrebbe includere anche i precari di altre  regioni italiane. A questa soluzione si sarebbe giunti perchè   senza una deroga al patto di stabilità, non sarebbe possibile  procedere al rinnovo dei contratti dei precari di una   cinquantina di comuni e due province siciliane.   «Il governo ha preso una posizione chiara, è un primo passo  importante – dice il deputato del Pd Angelo Capodicasa e  componente della commissione Bilancio della Camera -, siamo in  attesa del testo per verificare se sarà in grado di risolvere il  problema e in che misura».

Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/308011/

Legge di stabilità, emendamenti Pd per i precari siciliani

PALERMO.  «Il Pd ha predisposto un pacchetto di emendamenti alla Finanziaria, attualmente in discussione alla Camera, per superare gli ostacoli che impediscono la prosecuzione del rapporto di lavoro per i precari degli enti locali siciliani: abbiamo inviato le nostre proposte anche al presidente della Regione Rosario Crocetta, ci aspettiamo che il governo regionale faccia il massimo per instaurare una interlocuzione forte con Roma».

Lo dicono Mariella Maggio, vicepresidente della commissione Lavoro all’Ars, e Maria Iacono deputato nazionale del Pd.

Le due esponenti del Partito democratico sono state promotrici, rispettivamente all’Ars e alla Camera, di due mozioni che individuano un percorso per la salvaguardia del lavoro dei precari siciliani.

«Le misure che proponiamo sono serie e concrete – aggiungono Maggio e Iacono – e tengono conto del parere della Ragioneria Generale dello Stato. Oggi tra l’altro si insedia il tavolo tecnico governo-sindacati: serve la massima unità di intenti fra le forze politiche e le istituzioni per individuare una soluzione ed evitare quello che per la Sicilia sarebbe un dramma dal punto di vista lavorativo e sociale».

Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/299700/

Legge di stabilità – Il blocco del turn over limita le assunzione dei precari

Nella Legge di stabilità le norme sul pubblico impiego, come blocco del turn over e della contrattazione, permettono di contenere la spesa ma sono misure ormai abusate, inoltre alcune delle misure sul pubblico impiego inserite nella legge di stabilità sono in contrasto con norme approvate solo poche settimane fa nel DL precari e con altre previsioni ordinamentali.

Si pensi all’immancabile inasprimento delle regole di copertura del turn over del personale cessato. La possibilità di coprire il 100 per cento delle cessazioni nelle amministrazioni statali è rinviata al 2018, per il 2014 e 2015 si potrà sostituire solo il 50 per cento dei dipendenti cessati dal servizio.

Il blocco del turn over si è rivelato uno strumento essenziale per far scendere il numero dei dipendenti pubblici (e dunque la spesa) nel corso degli ultimi dieci anni, per circa 300mila unità, senza giungere ai licenziamenti di massa. Ma limitare le assunzioni impedirà di attuare il per altro criticabile disegno di stabilizzare i precari, per i quali gli spazi di ingresso nei ruoli si riducono drasticamente. Ulteriore conferma che il Governo agisce più per “segnali mediatici”, che non attraverso la sostanza.