Intervista a Alessandro Baccei – Regione, la svolta di Baccei “È finito il tempo del rigore investiamo sullo sviluppo”
Il rigore resta solo per i dipendenti regionali….
Sindacando - il Blog di Benedetto Mineo
Blog dei dipendenti della Regione Siciliana
Il rigore resta solo per i dipendenti regionali….
La Corte costituzionale giudica illegittimo il meccanismo per cui l’attuazione passa dal semplice parere della Conferenza Stato-Regioni.
LA riforma Madia è incostituzionale. Perché lede l’autonomia delle Regioni.
l ricorso alla Corte tra l’altro è partito proprio da una Regione, il Veneto a guida leghista, con il governatore Zaia che esulta e parla di “sentenza storica, un colpo al centralismo sanitario”.
Il governo scrive le leggi con i piedi e poi se la prende con la Costituzione.
Non solo i soliti contributi a pioggia, aumentati a dismisura nella lunga maratona della commissione Bilancio all’Ars. Nella manovra di assestamento, trasformata da leggina tecnica a mini-Finanziaria con 220 milioni di euro di spesa, saltano fuori norme di ogni tipo, che vanno molte volte in controtendenza a quanto avviene nel resto del Paese ma che servono per promettere prepensionamenti, assunzioni e stabilizzazioni.
Tra le norme che faranno discutere c’è una nuova finestra che consentirebbe ai regionali di andare in pensione con le norme pre-Fornero, cioè con la “quota 97” tra età anagrafica e anni di servizio (dovrebbe trattarsi del personale delle società partecipate) (NON SI TRATTEREBBE DEL PERSONALE DELLE PARTECIPATE MA DI UNA RIAPERTURA DEI TERMINI PER “QUALCHE REGIONALE” RITARDATARIO. Maggiori particolari nei prossimi articoli che verranno pubblicati sul blog).
Approvata anche una norma che salva i doppi incarichi dei dirigenti regionali: potranno trattenere il 100 per cento del compenso aggiuntivo, mentre la norma nazionale prevede la restituzione del 50 per cento del gettone o dell’indennità percepita con l’incarico.
“La falsa attestazione del pubblico dipendente relativa alla sua presenza in ufficio, riportata sui cartellini marcatempo o nei fogli di presenza, integra il reato di truffa aggravata ove il soggetto si allontani senza far risultare, mediante timbratura del cartellino o della scheda magnetica, i periodi di assenza, sempre che questi ultimi siano economicamente apprezzabili. L’omessa timbratura del cartellino, in occasione di allontanamenti intermedi del dipendente, impedisce pertanto a sua volta il controllo di chi è tenuto alla retribuzione, sulla quantità dell’attività lavorativa prestata, tanto in vista di un recupero (ove previsto) del periodo di assenza, quanto in vista di una detrazione correlativa dal compenso mensile, così che, sotto tali profili, costituisce condotta idonea a trarre in inganno ed a far conseguire ingiusti profitti“.
E’ questo il principio ribadito dalla Seconda Sezione della Corte di Cassazione che, nella sentenza pubblicata il 9 novembre 2016 (Pres. Fumu – udienza 10.6.2016).
La direttiva riporta integralmente quanto previsto all’art. 12 dell’accordo famp 2016 sottoscritto a maggioranza dai sindacati: “l’amministrazione concederà al personale l’anticipazione dei 9/12 da erogare a titolo di acconto previa attivazione delle procedure di valutazione della performance da parte dei dirigenti generali”.
Quale potrebbe essere il risultato? Che non tutti riceveranno l’anticipo!!
Scrive Pippo Russo sulla sua pagina facebook: “È l’ultimo post che scriverò sul referendum costituzionale del 4 dicembre. Lo faccio per rispondere a chi mi chiede cosa accadrebbe in caso di vittoria del NO, opzione da me scelta. Rispondo: non m’interessa. Mi spiego. Siamo in presenza di sostanziose e numerose modifiche della Costituzione. Proprio perché si tratta della Carta fondamentale della nostra comunità nazionale, su cui si devono e si dovranno rispecchiare tutti i cittadini, anche delle nuove generazioni, non si deve, ripeto non si deve, fare alcun tipo di ragionamento politico di natura contingente. È già gravissimo, ripeto gravissimo, che un presidente del Consiglio sia ispiratore e poi sostenitore accanito di modifiche costituzionali. Ciò accade nei paesi a bassissimo tasso democratico. Come giudico gravissimo il clima velenoso che ha caratterizzato la campagna referendaria perché artatamente caricata di significati assolutamente non attinenti. A me non interessa minimamente, ripeto minimamente, cosa accadrà o non accadrà dopo il referendum a seconda di chi vincerà o perderà. A me interessa valutare nel merito le modifiche proposte, indipendentemente, ripeto indipendentemente, da appartenenze partitiche, simpatie o antipatie verso Renzi, Grillo, Berlusconi o D’Alema, per fare alcuni nomi, e da valutazioni politiche transitorie sugli effetti del SI vincitore o del NO vincitore. Chi ragiona in termini di conseguenze politiche sul governo o sull’attuale situazione politica in generale, magari senza nemmeno aver letto le modiche proposte, fa un cattivo servizio a se stesso e al Paese. Spero di aver chiarito il mio pensiero”.
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