Dimezzata la manovrina all’Ars. Saltano pensioni facili e assunzioni dei precari

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Repubblica del 29 novembre 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Cadono, per volontà del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, più di metà delle norme inserite nella Finanziaria-ter: alla fine, la manovra stravolta dalla commissione Bilancio nella notte fra giovedì e venerdì esce molto asciugata dalla prima prova d’aula, con la caduta delle principali voci che avevano fatto gridare allo scandalo una parte del Parlamento, dalla riapertura delle “pensioni facili” per i dipendenti di Palazzo d’Orléans alla possibilità di conservare il doppio gettone per i dirigenti regionali con più incarichi.

La scure di Ardizzone si abbatte sul via libera alle stabilizzazioni negli lacp e sulla possibilità di assorbire Asu e Lsu negli ospedali, ma anche su una sfilza di articoli che con una legge di bilancio sembrano avere poco a che fare.

Famp 2016. Alla fine ci mettono una “pezza”… Speriamo si faccia in tempo al pagamento dell’anticipo

Aveva ragione il Cobas/Codir.

L’accordo FAMP siglato a maggioranza con la clausola, “l’amministrazione concederà al personale l’anticipazione dei 9/12 da erogare a titolo di acconto previa attivazione delle procedure di valutazione della performance da parte dei dirigenti generali”, inserita all’art. 12 non era immediatamente esigibile e tanti lavoratori non avrebbero percepito l’anticipazione.

Oggi (ieri) l’assessore alla funzione pubblica ci ha messo la classica “pezza” precisando con una nota (prot. n. 146872 del 29 novembre 2016) indirizzata al Dirigente Generale della Funzione Pubblica e all’Aran Sicilia che il pagamento dell’acconto famp non era subordinato alla preventiva attivazione della valutazione da parte dei dirigenti generali ma che si poteva procedere “allo stesso modo degli anni precedenti”.

Oggi (ieri) pomeriggio all’Aran i sindacati hanno preso di quest’ultima direttiva.

Riforma Pa, tre decreti da rifare dopo la bocciatura della consulta

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Il Sole 24 Ore del 27 novembre 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

La sentenza con cui giovedì la Consulta ha “corretto” la riforma Madia, imponendo l’«intesa» con le autonomie invece del «parere» nei capitoli che intrecciano le competenze locali, non si limita a far cadere i decreti su dirigenza pubblica e servizi pubblici locali, per i quali oggi scadono (invano) i termini della delega. La pronuncia dei giudici delle leggi, in punta di diritto, mantiene in vigore i provvedimenti dall’iter contestato ma già completato, ma li espone al rischio concretissimo di ricorsi fino a quando non saranno rinforzati dai decreti correttivi (per adottarli, il governo ha 12 mesi di tempo dopo la scadenza delle deleghe) che dovranno appunto ottenere l’intesa delle autonomie: in gioco ci sono prima di tutto le norme anti-assenteismo, con la sospensione in 48 ore e il licenziamento in 30 giorni per chi è colto a timbrare l’entrata per poi allontanarsi dall’ufficio, la riforma delle partecipate chiamata a ridurre «da 8mila a mille» le società pubbliche e le nuove regole per la scelta dei dirigenti sanitari.

Statali, Madia: dopo bocciatura Consulta aumenti più difficili, ma andiamo avanti

Il rinnovo del contratto del pubblico impiego appare per il momento in salita. Dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato in parte la riforma della pubblica amministrazione la ministra della Funzione Pubblica spiega che “la situazione è complicata”.

Secondo la ministra, anche sul rinnovo dei contratti pubblici, “la situazione si è complicata perché la sentenza arriva nel mezzo di una trattativa con i sindacati”. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Statali-Marianna-Madia-Nuovi-contratti-a-rischio-dopo-la-sentenza-della-Consulta-409c6905-90f0-418b-a051-d07ae3550f00.html


Già mettono le mani avanti e sfruttano la sentenza della Corte Costituzionale per ricattare ed estorcere il sì al referendum.

La verità è che Il governo scrive le leggi con i piedi e poi se la prende con la Costituzione.