Concorsi alla Regione. Ma questo Governo non vuole valorizzare le professionalità interne

Palermo, 10 dicembre 2020

Ormai è chiaro! Non sembra proprio essere nelle intenzioni del governo Musumeci valorizzare le professionalità interne fruendo di una legge che lo consente: il decreto Madia.

Con la deliberazione n.564 del 27 novembre 2020, infatti, “Assunzione di personale a tempo indeterminato. Mandato al Dipartimento regionale della funzione pubblica e del personale”, la Giunta regionale, con riferimento alle procedure concorsuali per l’assunzione di personale a tempo indeterminato nella Regione Siciliana, ha confermato la scelta, già operata con la precedente deliberazione n. 481 del 29 ottobre 2020, di avvalersi della previsione della riserva per il personale interno di cui all’art. 52, comma 1-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni, dando mandato al Dipartimento regionale della funzione pubblica e del personale di porre in essere tutte le iniziate necessarie alla individuazione di percorsi procedurali per l’espletamento dei concorsi di cui trattasi, senza alcun riferimento al decreto Madia.

In buona sostanza il governo regionale, su proposta di una compiacente dirigente generale alla funzione pubblica, ha deliberatamente scelto di non servirsi dei concorsi interni previsti dal decreto Madia che, al fine di valorizzare le professionalità interne, consente di espletare un concorso interno “vecchia maniera” fino al 30% dei post disponibili in base al piano triennale dei fabbisogni.

ATTENZIONE QUINDI: LA DIFFERENZA TRA LE DUE PREVISIONI DI RISERVA NON E’ POCA, ANZI!

Con la riserva ai sensi dell’art.52, comma 1 bis del d.lgs 165/01, scelta dalla giunta di governo, la riserva opera soltanto se il dipendente è tra i vincitori del concorso (quindi, in teoria potrebbe essere anche solo 1 in un concorso di 100 posti. Ai sensi della legge Madia, invece, nei concorsi interni (art.22, co. 15 del D.lgs. 25 maggio 2017, n.75 come modificato dall’art.1, co. 1 ter, del D.L.30 dicembre 2019, n.162 – Decreto Milleproroghe il 30% dei post va riservata al personale interno al fine di consentire le progressioni verticali per la valorizzazione, appunto, delle professionalità interne.

Riteniamo, pertanto, di trovarci di fronte un forte e inaccettabile pregiudizio nei confronti dei dipendenti di ruolo dell’amministrazione regionale, prova ne sia che questa Amministrazione si è servita a piene mani dello stesso decreto Madia per stabilizzare i cd. “precari storici” nelle categorie apicali del comparto, applicando puntualmente i commi 1 e 2 dell’art. 20 dello stesso d.lgs. 75/17. Tra l’altro nel confronto tra l’Amministrazione e le OO.SS. sul nuovo sistema professionale con l’individuazione dei profili professionali ai fini dell’espletamento delle procedure concorsuali, il COBAS/CODIR ha insistito chiedendo l’espletamento dei concorsi interni ai sensi della Madia facendo riferimento al malcontento presente tra i dipendenti per i mancati riscontri alle loro aspettative di miglioramento professionale (cfr. verbale del 29 settembre 2020).. D’altro canto il Comitato Paritetico, istituito presso l’ARAN, per sancire una fattiva riqualificazione e riclassificazione di tutto il personale langue, nonostante gli impegni più volte assunti dall’assessore alla funzione pubblica, e le riserve di legge del 30% dei post complessivi messi a concorso nei concorsi DEVONO servire come conseguente percorso di accrescimento di carriera. Va da sé che, qualora il governo regionale non dovesse recedere dal proprio intendimento, tutti i dipendenti saranno allertati per avviare ogni azione ritenuta utile alla difesa dei diritti della categoria.

La crisi ha colpito duro su chi lavora. Nella p.a. invece si vive in un Eden

Manifestazione Palermo

E mentre ti aspetti la sommossa dei ristoratori; mentre attendi la protesta dei cassintegrati; mentre riterresti logica la serrata dei liberi professionisti, lasciati fuori da ogni forma di sussidio o ristoro. Mentre da un momento all’altro potrebbe arrivare la ribellione di chi sta pagando a carissimo prezzo questo periodo di crisi, va in scena quello che neanche la più fervida fantasia avrebbe potuto immaginare: lo sciopero dei pubblici dipendenti… E la motivazione dice tutto: l’aumento ottenuto nella legge di Bilancio non è bastevole.