Regione, via libera al concorso per assumere 170 nuovi agenti forestali

«Una decisione epocale che ci consente di restituire finalmente efficienza operativa al Corpo delle guardie forestali».

Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha commentato l’approvazione, da parte di Sala d’Ercole, del disegno di legge governativo che prevede la copertura finanziaria per l’assunzione di circa 170 agenti.

Coronavirus. Ordinanza contingibile e urgente n°63 del 28.11.2020. Ecco cosa cambia in Sicilia

Restano confermati la didattica a distanza per gli studenti delle scuole superiori, la chiusura di teatri, cinema, musei, parchi, palestre e piscine e il divieto di circolazione dalle 22 alle 5.

Lo prevede la nuova ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, appena firmata, per limitare il contagio del Coronavirus nell’Isola. Il provvedimento, in vigore da domani (domenica 29 novembre) a giovedì 3 dicembre, modifica alcune delle attuali restrizioni, adattandole alla nuova classificazione in “area gialla” per la Sicilia.

Permane, inoltre, a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale, il limite del 50 per cento di riempimento rispetto alla capienza, oltre alla chiusura dei centri commerciali nelle giornate domenicali. Eccezione solo per farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole.

Potranno riaprire (dalle 5 alle 18), invece, i bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e pizzerie. Consentita, fino alle 22 la vendita di cibo solo per asporto, mentre nessun limite per il domicilio.

Sarà possibile muoversi all’interno del proprio Comune, e fuori, dalle 5 alle 22. Negli altri orari spostamenti possibili solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o di salute.

Disegno di legge 862 – Richiesta intervento urgente

Le scriventi OO.SS. chiedono al Governo regionale e all’Ars, soluzioni immediate per risolvere la discriminazione di fatto che si è venuta a creare per i dipendenti della Regione siciliana con la dichiarazione di incostituzionalità della norma regionale su Quota 100 e sull’aumento dell’aspettativa di vita.
E’ impensabile che Quota 100 sia inaccessibile per i dipendenti regionali e che, tra l’altro, anche coloro i quali avevano presentato domanda di prepensionamento in base alla L.R. 9/2015, che riconosceva loro i requisiti richiesti, si trovino adesso, a un solo mese dal termine, a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita di 5 mesi, a non poter più andare in pensione.
Per tali ragioni, chiediamo si porti avanti, quindi, la legge che, indicando nel dettaglio la copertura finanziaria necessaria, permetta di superare le ragioni dell’impugnativa, rimettendo in regola i requisiti e concedendo anche ai dipendenti della Regione di usufruire di una norma, quella su Quota 100, che altrimenti avrebbe valore per tutti i dipendenti pubblici dello Stato eccetto che per i regionali. E’ necessario, inoltre, portare a termine i pensionamenti previsti per coloro i quali maturano i requisiti previsti dalla norma entro il 31.12.2020.
Quanto sopra, anche alla luce di quanto avvenuto in data 25 novembre c.a., in occasione dell’audizione tenutasi presso la prima commissione dell’ARS sul disegno di Legge in oggetto, nel corso della quale il Presidente della Commissione ha rappresentato la possibile soppressione dell’art. 2 del predetto disegno di legge, su richiesta del Dirigente Generale del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Personale, in considerazione anche del fatto che il disegno di Legge 862, di iniziativa governativa, e conseguente alla delibera di giunta 432/2020, è corredato proprio da apposita relazione tecnica inviata dall’Assessore Bernadette Grasso e firmata dal Dirigente generale Carmela Madonia, consentendo di superare i rilievi del governo nazionale, esclusivamente tecnico contabili all’art. 7 della l.r. 14/2019.
Nello specifico, si precisa che i pensionamenti previsti sono gli stessi indicati dall’art. 52 della l.r. 9/2015 e, quindi, non producono ulteriori aggravi di spesa. E’ intollerabile, infatti, che una platea di dipendenti stimata dall’Amministrazione in poche centinaia di unità, risulti profondamente danneggiata.
Vale la pena precisare, che a riguardo, di recente, il Fondo Pensioni Sicilia nel parere rilasciato su richiesta del Comando Corpo Forestale (prot.n. 11158, del 21 aprile 2020) ha precisato che il contingentamento aveva lo scopo di consentire all’Amministrazione di distribuire in modo ordinato le quiescenze nell’arco temporale di durata del regime transitorio, ma non oltre la scadenza di esso del 31.12.2020.
Inoltre, per ciò che riguarda la c.d. “Quota 100”, ad avviso delle scriventi, secondo quanto previsto dalla l.r. 21/2003, art. 20, comma 3, che prevede ”a decorrere dal 1 gennaio 2004 i requisiti per l’accesso alle prestazioni di cui al comma 1 sono regolati dalle norme relative agli impiegati civili dello Stato”, non sarebbe necessaria nessuna norma alcuna di recepimento e, pertanto, se ne chiede l’immediata applicazione. Ove ciò non fosse condiviso, in subordine, si chiede esplicitamente l’inserimento di una ulteriore norma di recepimento, nel disegno di legge in discussione, inserendo l’apposta copertura finanziaria.
Infine, per quanto riguarda la buonuscita (art. 5) si chiede, attraverso una ulteriore esplicita disposizione normativa, di prevederne la relativa corresponsione entro 24 mesi dalla data di collocamento in quiescenza.

LE SEGRETERIE GENERALI E REGIONALI
Fp-Cgil, Cisl-fp, UIL-fpl, Cobas/Codir, Sadirs e UGL-Fna

Più che una burocrazia “difensiva” è una politica “difensiva” a non voler rimediare ai problemi della PA. Risposta all’articolo di Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera

Ecco un passaggio dell’articolo tratto dal sito blOgLIVERI di Luigi Oliveri che vi consiglio di leggere integralmente.

Non si comprende che l’attacco alla “burocrazia” presunta “difensiva” proviene da una sicura “politica difensiva”, che produce analisi ed “accuse”, senza minimamente curarsi delle proprie responsabilità.

Il fatto è che la “burocrazia”, se intesa come apparato dei dipendenti pubblici ed apparato delle regole, è vittima, non quanto i cittadini, ma vittima, di decisioni regolatorie adottate da Parlamento e Governo e, comunque, da chi svolge funzioni normative e di indirizzo.

Non c’è propensione all’innovazione. Vero. Lo ha dimostrato la pandemia: per partire davvero con lo smart working è stato necessario chiudere le attività in presenza. Si è scoperto solo allora, anche se era chiaro, che gli organi di governo, non la “burocrazia”, non avevano investito un centesimo in reti, connessioni sicure, applicativi per la gestione delle attività da remoto.


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di Gian Antonio Stella. È impossibile infatti dare torto al Forum Disuguaglianze Diversità, all’associazione Movimenta e al Forum P.A. che denunciano compatti: «La Pubblica Amministrazione non è pronta. Non è nelle condizioni di affrontare l’enorme sfida che abbiamo davanti».

Primo, perché «è sempre più vecchia e incapace di attrarre giovani talenti». Secondo, perché «chi ci lavora non è adeguatamente formato» e «la maggior parte delle professionalità sono sbilanciate verso profili giuridici». Terzo, perché «non c’è una propensione all’innovazione, né ad utilizzare il confronto e la partecipazione per migliorare le proprie conoscenze». Ma soprattutto perché «la nostra PA è ancora troppo incentrata al rispetto formale dei processi invece che al raggiungimento sostanziale di risultati che cambino in meglio la vita quotidiana di cittadini e imprese».


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Coronavirus. Tamponi e test sierologici imposti dal datore di lavoro. Il parere legale e i chiarimenti del garante della privacy

«Tamponi obbligatori per tutti in azienda? La risposta è, ad oggi, negativa, perlomeno in Italia. Infatti nessuna delle due attività è giustificata da disposizioni di legge o appositi protocolli con le parti sociali». Lo afferma Nadia Martini di Rödl & Partner, colosso internazionale della consulenza legale presente in 50 paesi nel mondo tra cui l’Italia. «In mancanza di una norma di legge, il trattamento dei dati sanitari raccolti mediante il tampone o il test sugli anticorpi sarebbe legittimo solo in forza di un consenso libero del singolo dipendente, cioè senza alcuna possibile imposizione da parte del datore di lavoro; consenso che, nel contesto del rapporto di lavoro, non potrebbe essere libero».

Peraltro, i trattamenti di dati particolari come quelli in esame contrasterebbero pure con il principio di necessità e liceità. «Ad oggi, infatti la normativa – spiega l’esperto di Rödl & Partner – ammette unicamente i trattamenti di dati Covid-19 indicati dal Protocollo del 14 marzo, quali la misurazione della temperatura corporea all’accesso mediante strumenti che però non consentano la registrazione del dato e la richiesta di autocertificazioni in merito alla non provenienza dalle zone a rischio epidemiologico e all’assenza di contatti, negli ultimi 14 giorni, con soggetti risultati positivi al Covid-19».


Sul punto è intervenuto anche il garante della privacy con due Faq appena pubblicate sul sito del Garante www.garanteprivacy.it.

Le Faq forniscono indicazioni per un corretto trattamento dei dati personali da parte di pubbliche amministrazioni e imprese private e chiariscono i presupposti per l’effettuazione dei test sierologici per il Covid-19 sul posto di lavoro.

Il Garante ha specificato, in particolare, che, nell’ambito del sistema di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro o di protocolli di sicurezza anti-contagio, il datore di lavoro può richiedere ai propri dipendenti di effettuare test sierologici solo se disposto dal medico competente o da altro professionista sanitario in base alle norme relative all’emergenza epidemiologica. Solo il medico del lavoro infatti, nell’ambito della sorveglianza sanitaria, può stabilire la necessità di particolari esami clinici e biologici. E sempre il medico competente può suggerire l’adozione di mezzi diagnostici, quando li ritenga utili al fine del contenimento della diffusione del virus, nel rispetto delle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie, anche riguardo alla loro affidabilità e appropriatezza.

AVVISO PAGAMENTO STIPENDIO NOVEMBRE 2020

A CAUSA DI UN PROBLEMA INFORMATICO IL MANDATO DEGLI STIPENDI RIGUARDANTE UN BLOCCO DI NOMINATIVI COMPRENDENTE PARTE DELLA LETTERA “M” E PARTE DELLA LETTERA “P” E’ STATO RESPINTO.

IL PROBLEMA E’ STATO PRONTAMENTE RISOLTO E GLI ACCREDITI DOVREBBERO AVVENIRE ENTRO OGGI (UNICREDIT). ALTRE BANCHE DOMANI.

Dipendenti Pubblici: i numeri delle nuove assunzioni con la Manovra 2021

Un’altra novità interessante per il Pubblico Impiego è il numero particolarmente alto di assunzioni previste con l’avvento della prossima Legge di Bilancio.

Nella Manovra 2021, infatti, si prevedono numeri particolarmente alti in materia di assunzioni di Dipendenti Pubblici.

Ricordiamo che il testo della Manovra è stato approvato da poco da parte del Consiglio dei Ministri ed ha appena iniziato il suo iter di approvazione definitiva tra Camera e Senato.

Si parla di ben quasi 52mila nuove assunzioni negli uffici pubblici, gran parte delle quali a tempo indeterminato.

Deliberazione n. 519 del 12 novembre 2020. D.P. Reg. 21 giugno 2012, n. 52, e successive modifiche e integrazioni – Piano triennale della performance 2020/2022

Con deliberazione n. 519 del 12 novembre 2020 la Giunta regionale ha apprezzato il “Piano triennale della performance 2020/2022”, di cui all’articolo 4 del D.P.Reg. 21 giugno 2012 n.52, trasmesso dal Presidente della Regione con nota prot. n.25423 del 12novembre 2020 e relativi atti acclusi, costituenti allegato alla presente deliberazione.