Fragili, lo smart working semplificato sarà prorogato

Tratto da PAmagazine

Lavoratori fragili, si apre uno spiraglio per la proroga del lavoro agile semplificato, in vigore fino al 31 dicembre. Il ministero del Lavoro ha richiesto di estendere la possibilità di ricorrere allo smart working automatico per i lavoratori, pubblici e privati, affetti da gravi patologie. Del resto il Covid continua a essere un sorvegliato speciale. I contagi non si fermano e sebbene la situazione nelle terapie intensive degli ospedali non desti ancora allarme è chiaro che il virus rimane in circolazione. La misura dovrebbe trovare stazione nel prossimo Milleproroghe. C’è tempo fino al 31 dicembre. Infatti il decreto Aiuti bis ha esteso fino alla fine di quest’anno lo smart working semplificato per i dipendenti fragili e per i genitori con figli minori con meno di 14 anni di età.

Le regole

Oggi nel pubblico impiego il lavoro agile è disciplinato dagli accordi individuali, che agiscono nell’ambito dei perimetri fissati dai Piao delle amministrazioni pubbliche, ossia i nuovi piani per l’organizzazione del lavoro. Ma a differenza degli altri impiegati, gli statali fragili beneficiano al momento di una corsia preferenziale. Un decreto del ministero della Salute individua le patologie per le quali si rientra in questa categoria di lavoratori. In caso di una mancata proroga alla norma del decreto Aiuti bis, i dipendenti fragili dovranno però tornare in ufficio a partire dal mese prossimo, dunque subito dopo le feste. L’estensione del periodo di salvaguardia non è a costo zero, dunque vanno trovate le risorse per autorizzare il rinvio.

 

La proroga

La decisione sulla proroga verrà presa a livello collegiale. Sarà determinante anche il parere del ministero della Salute. La Funzione pubblica non dovrebbe opporsi a ogni modo a un rinvio. Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, chiede un’inversione di rotta sul lavoro agile. Lo considera uno strumento utile ad aumentare la produttività e a ridurre i consumi energetici, però vuole più controlli su performance e raggiungimento dei risultati. Nell’ultimo anno lo smart working “organizzato” è diventato ancora più strutturale nelle grandi aziende private, ma nella più grande azienda dello Stato, la Pa, invece ha fatto dei passi indietro, per effetto delle nuove norme a favore del lavoro in presenza introdotte dal precedente governo. Una su tutte: l’obbligo della prevalenza del lavoro in ufficio su quello da remoto. Nel 2023 l’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano prevede che i lavoratori da remoto torneranno a crescere, da 3,6 a 3,63 milioni, proprio grazie a una nuova fiammata del lavoro agile nel pubblico.