L’ARS approva una norma che consente la carriera soltanto a pochi: il diritto alla carriera si applichi a tutti

Palermo, 6 febbraio 2024 – Con la legge regionale 13 settembre 1999 n. 20, il legislatore regionale varò un principio sacrosanto secondo il quale occorreva prevedere delle speciali tutele ai figli e parenti delle vittime di mafia prevedendone l’assunzione nei ruoli regionali.
Oggi, con l’art. 74 della L.R. 31 gennaio 2024, n. 3, il governo regionale e l’assemblea regionale hanno approvato una norma secondo la quale, sostanzialmente, alcuni assunti come figli o parenti di vittime della mafia avanzano di carriera (da istruttori a funzionari se hanno conseguito una laurea).
A fronte di ciò l’esercito (o quel che resta) dei regionali continua a essere umiliato (da trent’anni), additato come capro espiatorio del malfunzionamento dell’Amministrazione.
Sia chiaro che nessuno è contrario a norme che consentono un avanzamento di carriera ma vorremmo capire perché il diritto a percorsi di carriera debba essere riservato solo a pochi dipendenti (solo le vittime della mafia inquadrate come istruttori se hanno successivamente conseguito la laurea).
Il governo Schifani sembra stentare a prendere coscienza del fatto che la metà del personale dipendente guadagna appena mille euro al mese, nonostante almeno 20 anni di lavoro per l’Amministrazione (quando non trenta/trentacinque anni tra precariato e servizio di ruolo) cui viene negata ogni prospettiva di carriera. Carriera che viene parimente negata agli altri 5mila tra funzionari e istruttori direttivi.
Grazie alla “Legge stralcio”, quindi, pubblicata in GURS il 3 febbraio scorso, il governo e la politica hanno varato norme sul personale che sembrano uno sfregio alle aspettative dei lavoratori, riesumando un vecchio vizio della politica siciliana: quello di applicare regole diverse in base alle esigenze del caso, creando discriminazioni e contesti che hanno il solo effetto di demotivare ulteriormente il personale, creare conflitti, portare frustrazione tra i dipendenti.
All’ARAN, di contro, nelle trattative viene rappresentata, per tutto il resto del personale, una linea rigorosissima in tema di riclassificazione e riqualificazione e viene negata (dicendo ‘che non si può fare’!) una norma di prima applicazione per la totale riclassificazione in un nuovo sistema classificatorio che corrisponda alle reali esigenze dell’Amministrazione e alle reali mansioni svolte dal personale adducendo insormontabili problemi sia di carattere giuridico che economico.
Chiediamo e rivendichiamo, quindi, che il diritto alla carriera e ai percorsi professionali non debba essere riservato solo ad alcune categorie di persone. Riteniamo che la politica debba fare finalmente il giusto sforzo per garantire il rilancio della Regione, partendo dalla valorizzazione e dal riconoscimento del lavoro svolto da tutto il personale agendo sulle leve motivazionali di percorsi e sviluppi di carriera, partendo dalla riorganizzazione di cui ha bisogno la Sicilia.
Intanto, in presenza di questa situazione che vede i contratti di lavoro scaduti dall’anno 2018, erosi dall’inflazione galoppante di questi ultimi 5 anni, al governo regionale e all’Aran diciamo: FIRMIAMO SUBITO IL CONTRATTO ECONOMICO e tutto l’articolato contrattuale già contrattato come già avvenuto anche nell’anno 2007 (e come avvenuto di recente in altre regioni come la Sardegna) aprendo da subito una – finalmente – seria e decisiva discussione sulla riforma del personale che estenda i principi approvati ope legis per alcune categorie a tutto al personale regionale inquadrato nelle diverse categorie, valorizzando titoli e professionalità ultraventennale.
Il COBAS-CODIR – in attesa del vaglio della Presidenza del Consiglio dei ministri – ritiene che, se la norma dovesse passare indenne dall’impugnativa, lo stesso principio contenuto in suddetta norma debba essere esteso a tutti i dipendenti altrimenti, ancora una volta, sarebbe un’ immotivata disparità di trattamento all’interno dei ruoli regionali.

Deliberazione n. 23 del 24 gennaio 2024. “D.P.Reg. 21 giugno 2012, n. 52, art. 7, comma 2, come modificato dal D.P.Reg. 5 settembre 2019, n. 16 – Aggiornamento del Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance (SMVP) per l’anno 2024”

Con deliberazione n. 23 del 24 gennaio 2024 è stato approvato il documento “Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance della Regione Siciliana – Aggiornamento per l’anno 2024”, accluso alla nota prot. n. 5465 del 19 gennaio 2024 dell’Assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica e del Dirigente generale del Dipartimento regionale della funzione pubblica e del personale, costituenti allegato alla presente deliberazione.


Per le considerazioni sull’aggiornamento del Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance vi rimando a questi articoli:

Aggiornamento del Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance della Regione Siciliana per l’anno 2024 – Richiesta integrazione sulla base della direttiva ministeriale “Nuove indicazioni in materia di misurazione e di valutazione della performance individuale”

Confronto relativo all’aggiornamento del Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance della Regione Siciliana per l’anno 2024 – Proposte di modifica e/o integrazione da parte del Cobas/Codir