Gli incentivi economici non sono sufficienti, tanto che secondo il Ministero, sarebbero persino “parzialmente inefficaci”, anche a causa delle risorse esigue messe a disposizione, con i gettoni che si perdono tra le mille voci in busta paga. Per questo si stanno valutando sistemi diversi in grado di rafforzare la reputazione dei dipendenti e di gratificarli maggiormente.
In questo sistema rientrano possibili sperimentazioni di “pagelle” volte a eleggere dentro le organizzazioni un “best performer” o il “miglior dipendente del mese”, portandone tutti a conoscenza tramite newsletter ad esempio.
Alla Regione Siciliana, i cui uffici sono composti per la maggior parte da soggetti a cui interessano solo “i piccioli”, altri tipi di incentivi non verrebbero apprezzati.
Alla minoranza dei dipendenti però, quelli consapevoli del contesto sociale in cui viviamo e delle difficoltà connesse, sono certo che alcune modifiche mirate del contratto di lavoro gioverebbero non poco e risulterebbero utili a ricreare un minimo di soddisfazione lavorativa.
Mi riferisco a due potenziali “benefit”: diminuzione delle ore di lavoro a parità di retribuzione e lo smart working (lavoro agile), istituti che, se ben pensati e correttamente applicati, potrebbero davvero portare elementi innovativi nella qualità del lavoro negli uffici.