Leggendo qua e là mi sono imbattuto in un post, pubblicato su un blog, che, giustamente, biasima lo squallido mercato delle deleghe sindacali. Secondo l’autore del post alcune sigle sindacali “mendicherebbero” le deleghe sindacali, anche per un mese, al fine di poter vantare un “maggior peso” contrattuale.
Se ciò corrispondesse al vero sarebbe, sicuramente, una vergogna allo stesso modo in cui sarebbe, ad esempio, riprovevole quella che si potrebbe definire “l’iscrizione di scambio” (tu ti iscrivi al sindacato XXXX e io ti faccio assegnare questa o quell’altra indennità, lo straordinario o l’art. 94 – compenso per la qualità della prestazione professionale individuale).
È una vergogna e chi si presta a questo poi non si può lamentare di come “operano” questi sindacati.
Quella dell’iscrizione di scambio sarebbe, a mio avviso, una pratica ancora più grave del “pietire” l’iscrizione di fine anno per avere un “peso” ai tavoli contrattuali.
La richiesta dell’iscrizione al sindacato in cambio ad es. dell’assegnazione dell’art. 94 (compenso per la qualità della prestazione professionale individuale) o di un tot numero di ore di lavoro straordinario o dell’indennità informatica, presupporrebbe che qualche datore di lavoro si presti a questo sporco gioco.
Ma i favori sono reciproci e viene sempre il momento in cui si devono ricambiare e il datore di lavoro, presto o tardi, presenta il conto, e quando arriva il conto è storicamente dimostrato che il sindacato abbandona i lavoratori al proprio destino (eliminazione della “scala mobile”, riforma delle pensioni, abolizione dell’art. 18, esuberi e mobilità nel pubblico impiego, BLOCCO DEI CONTRATTI, etc. etc., solo per fare qualche esempio).
Intelligenti pauca.