Mentre infuria la tempesta sul Piano giovani, il governatore che ama le conferenze stampa roboanti in cui ha accusato “in diretta” e a loro insaputa dirigenti regionali incensurati che avevano avuto la disgrazia di un parente acquisito accusato per mafia, o qualche sfortunato omonimo di presunti boss messinesi, o qualche deputato dalla fedina penale limpida “beccato” a chiacchierare al telefono con un imprenditore successivamente colluso, decide, un po’ a sorpresa, di stare zitto, e chiede anche ai suoi di scegliere la strada del silenzio.
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