Dirigenti vassalli della politica nel JobsAct

I want youL’idea di una riforma della dirigenza pubblica con dirigenti assunti solo con contratti a tempo determinato dimostra il concetto pericolosissimo che ha Renzi dell’amministrazione pubblica: un apparato “servile” e non servente.

La Corte costituzionale, a partire dalla sentenza 103/2007, spiega che la dirigenza per essere imparziale ed al servizio della Nazione e non del politico di turno, deve essere in condizione di agire senza precarizzazione, anche per garantire il principio di continuità amministrativa….CONTINUA A LEGGERE

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Dirigenti vassalli della politica nel JobsAct”

  1. L’articolo per certi versi è suggestivo in senso tecnico, ossia suggerisce una conclusione: c’è allarme perchè la novità voluta da Renzi produrrebbe dirigenti vassalli della politica, quindi si conclude che con le attuali regole i dirigenti non sono vassalli della politica.
    L’articolo suggerisce questa tesi, ma io non credo sia fondata perchè la novità voluta da Renzi non crea il problema del vassallaggio, cambia soltanto il mezzo di coercizione per ottenere il vassallaggio, che in realtà è preesistente.
    Per restare in ambito Sicilia, gli attuali mezzi di coercizione sono la carriera basata unicamente sulla relazione politica, per cui se non sei alla corte del politico di turno resti al palo, oppure l’assegnazione degli incarichi a totale discrezione del dirigente generale e non tramite una vera competizione tra gli aspiranti.
    Ovviamente la politica sa bene che la migliore ubbidienza non si ottiene con la sola minaccia , ma occorre un mix di “bastone e carota”, quindi elargisce benefit di tipo “border line” come la clausola di salvaguardia, l’orario di lavoro ridotto rispetto alle 36 ore settimanali, il raggiungimento degli obiettivi garantito, ecc., che rappresentano una forma di coercizione inversa generalizzata, nel senso che la minaccia è costituita dalla possibile perdita di tali vantaggi.
    Per abolire il vassallaggio è necessario che ciascun dirigente abbia “conquistato” il posto che occupa con una vera competizione e quindi non debba ringraziare nessuno.

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