Il divieto di monetizzare le ferie vale per il futuro

ESCLUSI I RAPPORTI DI LAVORO CESSATI PRIMA DEL VARO DELLA SPENDING REVIEW

Antonio G. Paladino del 08/08/2012 (Articolo tratto da www.professionisti.it)

Il divieto di monetizzare le ferie residue ai dipendenti pubblici, stabilito dall’articolo 5 del decreto legge sulla spending review, non ha valore retroattivo. Pertanto, lo stesso non opera nel caso in cui si riferisca a rapporti di lavoro già cessati prima dell’entrata in vigore della norma, a situazioni in cui le ferie siano maturate prima di tale entrata in vigore e qualora la fruizione delle stesse sia oggettivamente incompatibile, per esempio, a causa della ridotta durata del rapporto di lavoro.
È quanto ha precisato il dipartimento della funzione pubblica nel testo della nota n. 32937 del 6 agosto scorso, con cui, rispondendo a una precisa istanza formulata dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) ha fatto chiarezza su alcuni aspetti conseguenti all’entrata in vigore dell’articolo 5, comma 8 del dl n. 95/2012.

Come noto, tale disposizione, nell’ottica di un generale contenimento della spesa pubblica, prevede che le ferie, i riposi e i permessi che spettano al personale pubblico devono essere obbligatoriamente fruiti e non danno luogo, in nessun caso, a trattamenti sostitutivi. Principio che opera anche nel caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione del contratto e pensionamento. In caso di violazione, si prevede l’avvio di un procedimento disciplinare e amministrativo per il dirigente responsabile.

Su queste basi, Palazzo Vidoni ha precisato che il tenore letterale della norma non prevede una disciplina transitoria. Pertanto, in base ai principi generali che governano le leggi nel tempo, è pacifico che sono da ritenersi escluse da tali limitazioni tutte quelle situazioni che si sono definite prima della sua entrata in vigore (6 luglio 2012), poiché, operando al contrario, si attribuirebbe alla norma una portata retroattiva che non è prevista.

In tale ottica, la funzione pubblica, ammette alla monetizzazione i rapporti di lavoro cessati prima del 6 luglio scorso, le situazioni in cui le giornate di ferie sono maturate prima della stessa data e quelle in cui risulti incompatibile la loro fruizione a causa della ridotta durata del rapporto o per altre cause ben definite. Resta comunque fermo il principio che la monetizzazione delle ferie nei residui casi potrà avvenire solo in presenza di ipotesi previste da norme di legge o da contratti di lavoro. Quindi, rivolgendosi alle amministrazioni, la nota suggerisce che ogni singolo caso sia esaminato attentamente, soprattutto nei motivi che hanno portato all’accumulo delle ferie per i lavoratore che lo stesso non è riuscito successivamente a «smaltire».

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “Il divieto di monetizzare le ferie vale per il futuro”

  1. Ecco, appunto.
    Mi sembrava strano che un alto funzionario regionale, andato in quiescenza proprio in quel periodo, avesse compiuto un simile errore….

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