Il governo Monti con il sostegno incondizionato di Alfano, Bersani e Casini e la tolleranza sostanziale dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil sta smantellando il pubblico impiego

Lo smantellamento del servizio pubblico prevede la decimazione (ma è solo l’inizio) dei pubblici dipendenti, il blocco degli stipendi e quello delle assunzioni.

I sindacati confederali, magari, otterranno qualche piccola concessione (es. la riduzione del 18 anziché del 20% degli organici, buoni pasto 7,50 euro anziché 7, etc.) che sbandiereranno come un successo.

Ma il processo è ormai avviato e sarà irreversibile se noi cittadini elettori non saremo capaci di dare una sterzata.

Confido, comunque, molto nella fermezza (?) di Bersani che, poco più di otto mesi fa, ha dichiarato che introdurre il pareggio di bilancio in Costituzione sarebbe stato equivalente a castrarsi, privandosi di ogni strumento di politica economica.

Lo scorso aprile Bersani ha votato per l’introduzione del pareggio di bilancio in costituzione.

Qualche giorno fa ecco le sue parole sulla spending review: “Non conosco i contenuti di questa operazione, ma ho chiaro un criterio. Sulla spending review sono d’accordo, ma sui tagli al sociale no. Se dietro all’abbassamento dei costi si nascondesse un taglio al sociale, io non sarei d’accordo”.

Tradotto in parole povere Bersani non è d’accordo ai licenziamenti dei pubblici dipendenti.

Io ritengo che Monti gli farà cambiare nuovamente idea.

Voi che ne dite?

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir